GAVORRANO – Attesa terminata. Al geoparco delle Colline Metallifere è arrivata la notizia dell’accreditamento Cets. “Il comitato di valutazione della Carta europea del turismo, riunitosi a Düsseldorf lo scorso 18 ottobre, ha valutato attentamente la candidatura del Tuscan Mining Geopark e ha ritenuto opportuno approvarla”. Questo si legge nella mail di conferma, firmata dalla dottoressa Brigida Napoletano di Europarc Federation.
Il prossimo 11 dicembre, a Bruxelles (al Parlamento europeo), si terrà la cerimonia di premiazione in cui i vertici del geoparco metallifero ritireranno il certificato attestante lo status di area CETS. Presto si conosceranno anche le cosiddette raccomandazioni dei verificatori e si metteranno le gambe alle 46 azioni programmate a suo tempo con le istituzioni locali e gli operatori economici del comprensorio metallifero.
Le strategie messe in campo per il quinquennio 2015-2019 da parte del geoparco sono uniformate ai 10 principi Cets, una sorta di vangelo della sostenibilità e prevedono degli obiettivi da raggiungere sulla base di costi e tempi certi per la realizzazione. Non è stato trascurato nessun ambito. “Aver ricevuto una valutazione positiva da Europarc – spiega il presidente Luca Agresti – ci rende orgogliosi. Non era un risultato scontato. Adesso ci impegneremo ad applicare un metodo di lavoro che prevede una maggiore conoscenza del territorio e allo stesso tempo una crescente partecipazione e cooperazione tra i vari attori del territorio stesso. E non dimentichiamo che il conferimento del Diploma della Carta europea per il turismo sostenibile si somma alla conferma nella Rete EGN Unesco”.
In questo complesso percorso il geoparco ha impiegato – negli ultimi due anni – moltissime energie. Nel comprensorio delle Colline Metallifere il percorso CETS si era concluso a metà giugno con la verifica dei requisiti, condotta dall’ispettore di Europarc Federation Monica Herrera Pavia, che per tre giorni, al fianco del coordinatore CETS del geoparco Fabrizio Santini, aveva visitato costa ed entroterra, incontrando operatori economici, responsabili delle associazioni, guide ambientali e rappresentanti delle istituzioni.
Adesso, come detto, il geoparco dovrà mettere in pratica il cosiddetto Piano d’Azione. “Sono molto soddisfatto – commenta il presidente Luca Agresti – dopo la conferma nella Rete Unesco, adesso incameriamo anche la Carta. Avrà validità di cinque anni ed è rinnovabile. Le aree protette che l’hanno ottenuta possono, a loro volta, decidere di implementare la fase 2 e 3 della Carta, andando al di là del semplice coinvolgimento delle imprese turistiche, ma permettendo loro di ricevere riconoscimenti individuali come firmatari. Con Federparchi è stata avviata una positiva collaborazione mirata a veicolare i contenuti della Carta europea del turismo sostenibile nel nostro territorio. Ringrazio tutti: dalla dottoressa Stefania Petrosillo, responsabile CETS di Federparchi, al dottor Luca Dalla Libera che ci ha seguito. E poi il presidente di Federparchi Sammuri. Ora bisognerà rispettare il dettagliato crono programma che è stato stabilito e far sì che i progetti e le buone idee messe in campo, passino dalla carta alla realtà”.
Anche il vicepresidente del geoparco Lidia Bai è molto soddisfatta. “E’ stato compiuto un lavoro di squadra davvero importante; c’hanno creduto, fin dall’inizio, i sindaci del territorio, che ringraziamo per l’impegno e la disponibilità. D’altra parte la Carta europea per il turismo sostenibile nelle aree protette è uno strumento e un metodo di supporto e certificazione del processo partecipativo, che alla fine permette una migliore gestione dei parchi; l’elemento centrale è la collaborazione tra tutti gli attori del territorio, a partire dalle istituzioni. Un messaggio che siamo riusciti a far passare ed evidentemente ne ha avuto riscontro anche il Comitato di valutazione”.
Infine il direttore Alessandra Casini: “Attraverso un modello partecipativo tipo quello di Agenda 21 abbiamo coinvolto cittadini, associazioni, imprenditori, amministratori. Si sono svolte decine di riunioni e forum per far capire questa opportunità, prendendo anche a modello le buone pratiche realizzate nei territori di altre aree protette. Ora, concluso il prestigioso accreditamento, ci rimettiamo in pista con rinnovato entusiasmo avendo davanti tante altre sfide”.