FIRENZE – «Non dubitavo della precisione della relazione dell’assessore Bramerini circa il quadro relativo agli eventi alluvionali, al fatto e al da fare e agli stanziamenti effettuati e programmati. Sicuramente la Maremma è un territorio fragilissimo, come dimostra il costo in termini di vite umane. Ma è mai possibile, mi chiedo, che con precipitazioni così imponenti non si attivi subito un sistema di protezione civile e di controllo delle strade tale da impedire che la gente vada ad infilarsi in guai che ne compromettono la vita? Pioveva da ore: è mai possibile che non si attivino controlli per rendere il territorio più sicuro?» A parlare è Andrea Agresti, consigliere regionale di Ncd.
«E l’altra domanda che si impone è: è mai possibile che ogni volta, in un evento del genere, si dia sempre la colpa a qualcun altro come fa il Presidente Rossi col Presidente del Consorzio di bonifica grossetano Fabio Bellacchi? Noi sapevamo quanto drammatica fosse la situazione dei Consorzi, tanto che li abbiamo riformati. Sapevamo tutto, e oggi invece Bellacchi diviene capro espiatorio per una situazione drammatica – prosegue Agresti -. Non è giusto. Il presidente della Regione è responsabile come le altre istituzioni rispetto alle inadempienze sulla messa in sicurezza del territorio per la sua tenuta idraulica. Bellacchi, tra l’altro, è responsabile del Consorzio dal febbraio scorso, ha ereditato progetti quasi inutili: responsabilizzare lui significa volersi tirare fuori. E questo non si può fare, anche perché l’Autorità di Bacino ha le classi di rischio su ogni singolo bacino».
«Le somme sono adeguate, magari, ma arrivano sull’emergenza – puntualizza Agresti -. A danno avvenuto. E non si può agire dopo, quando ormai ci sono le vittime e le devastazioni come alle terme di Saturnia. Forse c’è anche un margine di imprevedibilità, certo, ma almeno su ciò che si può prevedere facciamo. Operiamo. Interveniamo. Occorre dare risposte all’emergenza, ma oggi a dare gli indennizzi ci si copre di ridicolo rispetto ai danni che hanno subito. Per non parlare delle vite umane, che non sono risarcibili».
«Nel 2012 la zona che venne interessata dall’alluvione non aveva dato segnali di fragilità. Questo significa che in quell’area non c’è un punto critico, ma bisogna intervenire in maniera complessiva in questa guerra contro il clima e contro un maltempo straordinario in rapporto alle nostre consuetudini storiche. Oggi i fenomeni sono così importanti da far collassare il territorio. Altro che sfuggire le responsabilità, qui c’è da pianificare perché le conoscenze le abbiamo e i progetti pure. Bisogna operare, e subito». Ha concluso Agresti che ha infine chiesto di osservare un minuto di silenzio per le due vittime dell’ultima alluvione».