di Barbara Farnetani
CINIGIANO – «Non c’è stata alcuna truffa» così l’avvocato Alessandro Antichi che rappresenta i titolari dell’impianto a biogas “Cinigiano agri power plus” spiega la scelta del giudice di disporre il dissequestro dell’impianto. «La normativa, transitoria, sulle rinnovabili – spiega Antichi – prevedeva due step successivi: un procedimento di ammissione ai contributi, e, successivamente (sino a 18 mesi dopo) l’entrata in esercizio dell’impianto. Questo perché le due cose non combaciano».
Gli impianti a biogas infatti richiedono mesi per iniziare a produrre energia. Il funzionamento è questo: si immette dentro erba (biomassa) che, tramite un processo chimico, fermenta, e dopo settimane, ma anche mesi, comincia a produrre gas sino alla stabilizzazione del sistema e del ciclo produttivo. Dunque al primo step si fa la prova se l’impianto funziona e questo lo certifica l’Enel, ma i contributi arrivano solo quando l’impianto è a regime, ossia al secondo step.
Nel caso specifico il 27 dicembre 2012 Enel ha certificato il, funzionamento, ma solo a maggio 2013 si è prodotta energia sufficiente da essere immessa in rete. «Tra l’altro i proprietari hanno acquistato l’impianto successivamente al rilascio delle autorizzazioni – precisa Antichi – facendo un investimento». Nel frattempo la Procura aveva però già chiesto e ottenuto dal Gip un altro sequestro questa volta preventivo, l’impianto resta dunque al momento sequestrato anche se non è da escludere che vista la decisione di dissequestro anche la Procura si orienti in tal senso.