di Sabino Zuppa
TALAMONE – Buoni numeri e buone prospettive dopo il primo anno della nuova gestione dell’acquario marino di Talamone. A seguito del restyling svolto in collaborazione tra l’Ente Parco della Maremma ed il Comune di Orbetello, i quali hanno stretto un accordo biennale per gli anni 2014 e 2015, le visite alla struttura sono aumentate e saranno senz’altro passibili di ulteriore miglioramento se sarà portata avanti un valida politica di promozione della nuova struttura che da quest’anno ha preso il nome di Acquario di Talamone (anziché Acquario della Laguna), dove oltre alle vasche sono accolte le tartarughe da salvare del centro Carapax ed i corsi di didattica ambientale organizzati con la collaborazione delle guardie del parco.
Quasi cinquemila, infatti, i biglietti strappati da aprile ad agosto dal centro visite di Talamone dove si comprano anche gli ingressi per gli itinerari T1, T2, T3, e circa 15 mila euro di incassi con tariffe unitarie basse, pressoché politiche, che hanno avuto il solo scopo di dare un ulteriore motivazione ai turisti di visitare questo splendido angolo della Costa d’Argento.
Numeri su cui si potrà senz’altro lavorare, soprattutto nelle basse stagioni, visto che i dati relativi ai periodi primaverili lasciano intendere che le scolaresche e i turisti dei ponti sono interessati ad una struttura di questo genere. Entusiasta di tutto questo la nuova consigliera del parco delegata da Orbetello, Letizia Barsellini: «Sono molto contenta della partecipazione che si è vista in questi mesi di quella che possiamo definire la “prima stagione” dopo l’operazione integrale di restyling – spiega lei – nuove vasche, come ad esempio quella con il Macrobenthos, mostre interattive e l’importante riapertura del centro di recupero per le tartarughe marine, seguito dalla veterinaria Chiara Caruso che insieme all’attività didattica dei due guardia parco Giuseppe Anselmi e Gianfranco Martini, sono stati i piatti forti di questo nuovo corso. E soprattutto i laboratori di didattica ambientale condotti da questi ultimi dovrebbero, secondo me, essere sviluppati – conclude Letizia Barsellini – magari in collaborazione con le scuole affinché si crei una più forte sensibilizzazione ed una maggiore informazione rivolta ai ragazzi, e perché no anche agli adulti , sulla tutela dell’ambiente marino».