GROSSETO – Il completamento della Due Mari nel tratto Grosseto Siena, quello che interessa di più la Maremma, è a rischio. L’allarme lo lancia il presidente uscente della provincia Leonardo Marras che chiede maggiore attenzione sul futuro di questa importante infrastruttura.
«Nelle ultime settimane il completamento della Grosseto-Siena è scomparso dai radar di politica e informazione. E questo non è accettabile per il nostro territorio, dal momento che si tratta dell’infrastruttura più importante per lo sviluppo economico. Ci aspettavamo che il decreto “sblocca Italia” destinasse le risorse per finanziare i due lotti mancanti, ma questo non è purtroppo successo per la limitatezza delle risorse a disposizione. Da quel momento nelle preoccupazioni della Regione e nel dibattito pubblico sono rimasti solo Corridoio tirrenico, aeroporto di Peretola e raddoppio della ferrovia Lucca Pistoia».
«Per la provincia di Grosseto la priorità delle priorità rimane il completamento del tratto Grosseto Siena della E78 Strada dei Due Mari. Fra l’altro, si tratta di un risultato davvero a portata di mano, perché con appena 250 milioni di euro si potranno completare in tempi relativamente brevi i due lotti mancanti – il 4° nel grossetano e il 9° nel senese – sui quali i lavori non sono particolarmente difficili da realizzare».
«Il rischio vero, infatti, è di trovarsi a convivere per anni con due assurde strozzature a monte e a valle del maxilotto centrale a 4 corsie, perché se la ditta aggiudicataria – l’austriaca Strabag – continuerà a lavorare agli attuali ritmi non avrà certo difficoltà a consegnare le opere entro dicembre 2015, come prevede il capitolato d’appalto. Per questo chiedo alla Regione di rimettere la Due Mari al centro del proprio impegno verso Anas, e al Governo di stanziare le risorse mancanti con la legge di stabilità 2015».
«Abbiamo un risultato storico a portata di mano e lo dobbiamo cogliere nei rapidi tempi in cui è possibile. Anche perché ritardi ulteriori, risolleverebbero sospetti rispetto alla volontà di alcuni di cedere ai privati un moncone di E78 di fatto quasi completata con soldi pubblici».