GROSSETO – L’Arpat esclude che ci sia relazione fra i lavori del porto di Piombino e la torbidità dell’acqua di Follonica ipotesi che si era diffusa invece nei giorni scorsi. «Prima dell’inizio dei lavori nel porto di Piombino- afferma Arpat – è stato prescritto all’autorità portuale di eseguire campagne di monitoraggio nei vari comparti ambientali (acqua, aria e suolo) da proseguire fin dopo la conclusione dei lavori di costruzione delle opere portuali. Tali campagne sono state prontamente attivate ed attualmente sono in pieno svolgimento».
«L’esecuzione dei monitoraggi è stata affidata mediante gara pubblica ad una Ditta con laboratori dotati di certificazione ISO:17025 – precisa ancora Arpat -. Arpat da parte sua controlla a campione le analisi eseguite. I dati vengono trasmessi per via informatica al Dipartimento ARPAT di Piombino-Elba. Riguardo al problema della torbidità sono state eseguite le prime elaborazioni sui dati forniti in continuo da due boe oceanografiche poste a immediato ridosso dell’area portuale interessate dai lavori».
«I gradienti di concentrazione della torbità fra le due boe mostrano che dopo 4000 metri si rilevano i valori naturali di fondo, quindi il materiale in sospensione derivante dai lavori non può raggiungere assolutamente Follonica – continua Arpat -. Le correnti prevalenti nel Golfo di Follonica spingono dai quadranti meridionali verso quelli settentrionali. Le foto aeree fatte periodicamente con un drone confermano i punti 1 e 2. La piovosità abbondante registrata nell’estate 2014 determina il trasporto a mare da parte dei corsi di acqua di notevoli quantità di materiale particolato con formazione di vaste zone torbide».