di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – Non c’è il minimo accenno di ripresa nell’economia locale, anzi, secondo Rete Imprese Italia: «Non vediamo nemmeno la luce fuori dal tunnel». La situazione, secondo i dati forniti, è di quelle sempre più allarmanti, come spiega Michela Hublitz, presidente di Rete Imprese Italia di Grosseto: «Negli ultimi dieci anni la perdita media del fatturato delle aziende in provincia di Grosseto si attesta intorno al 30%. Un dato che diventa peggiore per quelle aziende sotto i 5 addetti, con una perdita che tocca il 45%. Il tessuto imprenditoriale è in difficoltà e a questo si aggiunge una burocrazia che complica le cose e un prelievo fiscale sui redditi d’impresa pari al 68,1%». Una percentuale molto alta che fa di Grosseto una delle province più tartassata della Toscana dal punto di vista della tassazione fiscale, seconda solo a Firenze, mentre in Italia il capoluogo maremmano raggiunge la quindicesima posizione di una classifica poco nobile. «Malgrado gli ostacoli la voglia di fare impresa è sempre attiva – conclude Hublitz -, ma chiediamo al governo un’inversione di marcia. L’unica soluzione è quella di far ripartire le imprese attraverso l’accesso al credito e la fiducia».
Il mondo delle associazioni cerca quindi una risposta concreta sul campo, anche attraverso un confronto con le amministrazioni locali: «L’eccessiva tassazione fiscale è il problema che avvertiamo maggiormente – spiega Gloria Faraglia, direttore di Rete Imprese Italia -, ma la nostra azione si è sviluppata anche attraverso il confronto con gli amministratori locali e su questa strada vogliamo proseguire. serve un confronto per stabilire le linee guida compatibili con gli ambiti di sviluppo del nostro territorio». A tal proposito, Renzo Alessandri, direttore Cna, precisa che: «Ci sono 28 comuni, tutti con regolamenti differenti. In una situazione del genere è difficile trovare una linea attuabile per tutti, anche se sarebbe opportuno che ci fosse. Alla fine della vicenda Tari, stileremo una classifica per rendere noto quali Comuni sono più aggressivi dal punto di vista fiscale». Un richiamo ad una maggiore unità che precede anche un annuncio da parte di Paolo Coli, direttore di Ascom Confcommercio: «Attenzione a non aumentare ulteriormente una tassazione già elevata. Controlleremo che gli amministratori locali vadano a limare i costi per ridurre la tassazione fiscale, non certo che aumentino quest’ultima per rientrare rispetto alle spese effettuate. Siamo ai limiti della sopravvivenza».
In mezzo a tanta preoccupazione, c’è da risolvere anche il problema dell’incertezza, come segnala Mauro Ciani, segretario di Confartigianato: «Nel nostro territorio la situazione è indefinita. Da un lato troviamo un interlocutore istituzionale in fase di ridefinizione, come la Provincia di Grosseto, dall’altro assistiamo alla contrazione delle risorse sottratte alla Camera di commercio. Non c’è più una cabina di regia e per di più mancano le risorse». Un quadro generale che manifesta molti problemi, mentre aumentano le aziende maremmane a rischio chiusura, le tasse restano alte e i servizi sempre più scadenti, con tanti imprenditori che si stanno guardando intorno, anche oltre i confini nazionali, dove fare impresa appare molto più semplice.