GROSSETO – La crisi continua a colpire pesantemente l’artigianato maremmano: l’edilizia è il settore in cui si riscontrano i dati peggiori, ma anche il manifatturiero presenta un andamento negativo; solo i servizi propongono un dato positivo, ma unicamente grazie ai trasporti visto che anche le riparazioni, i servizi alle famiglie e alle imprese presentano un bilancio 2013 in rosso.
A dirlo sono i dati contenuti nel rapporto Trend che la Cna di Grosseto presenterà ufficialmente venerdì prossimo.
Pesantissimo il bilancio che la ‘Grande Recessione’ ha imposto al sistema economico (artigiano) della Maremma: dal 2008 al 2014, infatti, si sono persi oltre 27 punti percentuali di fatturato e ben 464 imprese (saldo algebrico tra quelle “nate” e quelle “morte”).
Il fatturato artigiano con 311,7 milioni di euro segnala un arretramento del 16%, una “cifra” che approfondisce la “frattura” profonda tra il dato medio toscano – dove pure la tendenza rilevata è negativa – e quello maremmano, che mostra i risultati peggiori in quasi tutti i principali settori.
La regressione dei livelli di fatturato spinge all’indietro anche le principali voci di costo: consumi e retribuzioni.
Il principale contributo ai saldi negativi dell’artigianato maremmano nel corso del 2013 è da attribuirsi all’edilizia, settore che fino al 2012 rappresenta otre la metà dell’intero fatturato artigiano locale.
Anche il 2013, nonostante i segnali positivi del primo semestre (i timidi segnali di ripresa non hanno trovato riscontro nella seconda parte dell’anno) ha segnato in maniera negativa il tessuto artigiano della Maremma,.
Un andamento regressivo – quello dell’artigianato locale – che lo discosta in maniera significativa dal percorso medio toscano, quasi a segnalare l’unicità delle sue caratteristiche a livello regionale.
Spiragli positivi provengono solo da quei trasporti – già pesantemente colpiti – che riescono a riportare in positivo il fatturato dei servizi artigiani della provincia di Grosseto.
Le nubi all’orizzonte, dunque, sono ancora piuttosto dense e le previsioni veramente difficili, anche perché l’artigianato dipende molto dalla domanda interna – ancora asfittica – e paga in alcuni casi la mancanza di diversificazione per mercati – ancora prevale quello di prossimità – e per settori.