«Questa decisione – scrive Gabriele Barbi, capogruppo di Gavorrano Libera – rompe una moratoria “di fatto” in atto da 12 anni (dal 1998) sulle autorizzazioni alle coltivazioni di piante transgeniche, nonostante la presenza nella patata del gene marcatore che conferisce resistenza alla kanamicina (antibiotico molto importante per combattere alcune gravi malattie) e nonostante la direttiva UE 2001/8 vieti gli Ogm contenenti tali geni a partire dal 2004. L’uso del gene di resistenza – spiega Barbi – alla kanamicina come marcatore è stato autorizzato, pur se con qualche perplessità, dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (E.F.S.A.), mentre l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMEA) ha contestato questa decisione in base al rischio che il gene si trasferisca all’uomo, rendendolo alla lunga insensibile ad un farmaco indispensabile. Questo rischio sarà tanto più reale in quanto la patata non sarà utilizzata solo in ambito industriale, ma anche come mangime per animali d’allevamento: tutti coloro che consumano prodotti di origine animale potrebbero divenire insensibili ad un antibiotico prezioso per la salute umana».
No agli Ogm: Gavorrano Libera ha presentato una mozione al consiglio comunale di Gavorrano chiedendo che l’amministrazione si impegni per evitare che sul territorio comunale vengano impiegati organismi geneticamente modificati in agricoltura.
La mozione ha l’obiettivo di tutelare quella che viene definita l’agricoltura tradizionale che, come scrive Barbi, è uno dei patrimoni del nostro territorio anche in considerazione delle numerose aziende agricole presenti nel comune di Gavorrano. L’agricoltura è fondamentale sia per l’economia che per l’occupazione e insieme alla ricerca della qualità e dell’eccellenza è una risorsa su cui investire per il futuro.
«La salute dei cittadini – continua Barbi – non può essere trascurata per favorire gli interessi delle aziende biotech, che nel diffondere gli Ogm (organismi modificati geneticamente) finiranno col contaminare tutto quanto viene coltivato. Ciò riguarda tutte le colture transgeniche, i cui effetti hanno già dimostrato di creare notevoli danni ambientali e di rappresentare un rischio per la salute».