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di Daniele Reali — Tweet to @Daniele_Reali
GROSSETO – La provincia non c’è più. La riforma Delrio da oggi diventa una realtà e con l’ultima seduta di questo pomeriggio si è chiusa per sempre l’epoca del coniglio provinciale degli eletti. Nulla sarà più come prima, anche se per sapere come effettivamente sarà si dovrà ancora attendere almeno fino al 2015. Fatto sta che oggi è andata in scena la rappresentazione di un “funerale”; intendiamoci, una funerale senza il morto, anche se la Maremma, è bene dirlo, una perdita in questo processo delle riforme forse ce l’avrà davvero. Una perdita perché la provincia in questi anni ha svolto un ruolo di coordinamento ed è stata un legame tra le varie inclinazioni di un territorio vasto, poco popoloso, marginale e lontano dai centri che decidono in regione e nella capitale. Insomma senza discutere la bontà della riforma, la legge Delrio inciderà sicuramente di più nei territori come la provincia di Grosseto, dove non ci sono città metropoli e dove il rischio di “abbandono” è più probabile.
Al di là delle formalità di rito, le relazioni di assessori e presidente, si è colta durante tutta la seduta una strana atmosfera tra il nostalgico e l’ultimo giorno di scuola. Ultimo giorno forzato però, come chi a scuola ci volesse tornare senza il consenso dei genitori; una mamma e un babbo, forse “renziani” di stirpe, che hanno già deciso la strada migliore: abbandonare gli studi per il lavoro.
Fatta eccezione per poche assenze, per l’ultimo commiato da amministratori i consiglieri provinciali hanno deciso di esserci tutti oggi: maggioranza e opposizione, dall’Argentario, dall’Amiata, dal capoluogo e da Follonica. La nostra provincia è vasta forse soltanto quella sala di Palazzo Aldobrandeschi sapeva mettere insieme tutti i territori. Da oggi in poi non sarà più così. Se sarà meglio o peggio lo scopriremo più avanti, ma la “solennità” del momento non è certo da sottovalutare. Presenti per dare l’addio alla provincia anche le autorità di questa nostra Maremma: il prefetto di Grosseto Anna Maria Manzone, il questore Michele Laratta, il colonnello Eugenio Cammarata, del comando provinciale dei carabinieri, il colonnello Massimiliano Giua, comandante della Guardia di Finanza, il vice prefetto Luigi Manzo, e tanti sindaci: Giancarlo Farnetani (Castiglione della Pescaia), Sabrina Cavezzini (Scansano), Diego Cinelli (Magliano in Toscana), Romina Sani (Cinigiano), Marco Galli (Manciano) con la naturale aggiunta di Arturo Cerulli (Monte Argentario consigliere provinciale) e Federico Balocchi (Santa Fiora assessore provinciale).
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