SCARLINO – Le problematiche ambientali con l’inquinamento della falda di Scarlino, induco ad una presa di posizione da parte dell’amministrazione comunale che in un incontro ha aggiornato la nuova giunta sull’attuale situazione. «Gli interventi di bonifica dei terreni, fatti negli ultimi 20 anni nella piana di Scarlino – dice l’Assessore all’Ambiente Luca Niccolini – hanno prodotto anche effetti positivi e hanno permesso la rimozione di parte dei residui delle lavorazioni industriali che hanno interessato il nostro territorio nell’ultimi decenni permettendo in alcuni casi, il riutilizzo di queste aree. Nella riunione sono stati ascoltati e confermati i contributi del Dipartimento Provinciale Arpat, dell’area Ambiente della Provincia di Grosseto, del Dipartimento Prevenzione dell’Azienda Usl 9 e dell’Acquedotto del Fiora, con numerose domande da parte degli assessori, i quali sono stati aggiornati sullo stato di avanzamento delle bonifiche e sul progetto della bonifica delle falde, oltre alle osservazioni fatte in sede di Conferenza dei Servizi».
A intervenire sulla situazione, per fare chiarezza, è anche l’Arpat: «I livelli di arsenico nelle falde sono stazionari, la contaminazione dei primi due livelli acquiferi che riguarda la piana di Scarlino è ben conosciuta, le concentrazioni maggiori sono state rilevate nella zona di San Martino, in loc. la Botte, e intorno al sito di stoccaggio delle ceneri di pirite denominato “Il Panettone” – dicono -. Da quando quest’ultimo è stato sottoposto a misure di messa in sicurezza di emergenza (MISE), i numerosi controlli eseguiti fino ad oggi non hanno rilevato perdite di sostanze contaminanti nelle falde indagate».
«La contaminazione accertata riguarda i primi due orizzonti acquiferi che si spingono fino ad una profondità di circa 20-25 metri: sin da quando è emerso che anche il secondo livello acquifero risultava contaminato (2008), Arpat ha chiesto la caratterizzazione del terzo orizzonte acquifero, anche se è doveroso ricordare che alcuni dati a disposizione indicavano, a questo livello, assenza di contaminazione – aggiungono -. Interventi di bonifica della falda veri e propri non ci sono mai stati, ma sono stati attuati solamente interventi di messa in sicurezza di emergenza (MISE) nell’ambito dei progetti di bonifica dei suoli. Solamente questi ultimi sono stati negli anni attuati, in varie prese di posizione si confondono questi due piani diversi di intervento. ARPAT ha da tempo ribadito la necessità della realizzazione di un progetto unitario di bonifica della falda acquifera della Piana di Scarlino, progetto che, attualmente, è all’esame della Conferenza dei Servizi».
«Per quanto riguarda il valore di fondo naturale (VFN), che corrisponde ai livelli di concentrazione di una sostanza in assenza di alterazioni antropiche o presenti in minima parte, la ricerca indica per l’arsenico un valore compreso entro il limite normativo di 10 microgrammi/litro. Per quanto riguarda il valore di fondo ambientale (VFA), che corrisponde ai livelli di concentrazione derivati da pressioni antropiche o da processi di inquinamento diffuso, la ricerca indica un valore di 23 microgrammi/litro – concludono -. Anche da queste considerazioni si evidenzia come Arpat abbia svolto e stia svolgendo in questa area monitoraggi e studi fra i più approfonditi svolti nella nostra regione».