di Barbara Farnetani
GROSSETO – Grosseto sarà la prima provincia in Toscana a dotare i propri poliziotti della telecamera per monitorare il lavoro degli agenti. La scelta è stata fatta dal sindacato di polizia, il Sap, che ha acquistato cinque spy pen per i propri iscritti: una sarà consegnata ad un agente del distaccamento di Arcidosso, tre operatori delle volanti e una ad un poliziotto che si occupa di ordine pubblico. Dopo l’Emilia Romagna, in cui sono già 800 gli agenti Sap dotati di spy pen. Si tratta di vere e proprie penne con all’interno una telecamera e una micro sim che può registrare sino a quattro ore di filmati.
Il progetto delle telecamere è già partito in alcune grandi città, «In polizia però i tempi delle innovazioni sono biblici – affermano da sindacato – e così il sindacato, che ha fatto dell’uso di questa tecnologia un cavallo di battaglia, ha deciso di adottarla a proprie spese per i propri iscritti». Il sindacato aprirà anche una sottoscrizione tra la popolazione per comperare le spy pen per tutti gli iscritti «questo perché si tratta di una tutela non solo per i poliziotti, ma anche per i cittadini contro eventuali abusi».
Dai poliziotti la novità è stata accolta in maniera molto positiva «ogni volta che usciamo in servizio può capitare di essere citati in giudizio» affermano Stefano Fabbrini e Massimo Montebove, rispettivamente segretario provinciale e portavoce nazionale del Sap.
«Mediamente a livello nazionale su dieci poliziotti sottoposti ad indagini solo in un caso e mezzo si raggiunge una condanna. Nel 90% dei casi c’è l’assoluzione. Se un cittadino denuncia un abuso da parte forze polizia, comunque, automaticamente scatta un’inchiesta interna. L’azione disciplinare va comunque avanti, anche in caso di assoluzione, e quasi sempre il poliziotto viene sanzionato. Le spy pen sono utili anche se non sono sufficienti».
«Siamo invece fortemente contrari al numero identificativo – afferma Fabbrini -. Intanto perché per il numero basta la parola di tre persone a dire che uno ha commesso un atto per aprire un procedimento penale. Poi dietro al numero c’è una persona identificabile. Risalire al poliziotto, alla sua casa è facile».
«Vogliamo essere tutelati perché ci sentiamo sotto tiro: questa campagna si chiama “Chi difende i difensori” e prevede anche altre iniziative. Stiamo lavorando anche con i partiti perché si preveda la presenza di un magistrato in piazza quando ci si trova in situazione potenzialmente critiche, come già succede in val di Susa per i No Tav».
«In California e in Inghilterra da quando le telecamere sono state adottate le denunce per abusi sono diminuite dell’80% – concludono i sindacati – questo perché diminuisce gli abusi ma anche perché frena eventuali denunce false».