Torna l’appuntamento con la rubrica de IlGiunco.net “Hello Web, la comunicazione al tempo di internet”
a cura di Marco Gasparri*
La fatturazione elettronica tra imprese private rientra nel secondo pacchetto di decreti attuativi della delega fiscale previsti, come garantisce il ministero, “per la ripresa dei lavori parlamentari dopo l’estate, al massimo a settembre”.
Per le imprese non sarà obbligatorio, ma, per quelle che aderiranno al sistema di fatturazione elettronica. il Vice Ministro Casero garantisce un sistema fortemente incentivante, con l’immediato incasso dei crediti fiscali e procedure amministrative semplificate. Insomma una vera svolta anche e sopratutto per le piccole imprese.
Il governo sembra spingere il piede sull’acceleratore dell’innovazione a partire proprio dalla E-fattura. Il primo test è già iniziato, infatti dal 6 di giugno la fatturazione elettronica diventa obbligatoria per i fornitori di ministeri e agenzia fiscali.
Dal 31 marzo 2015 l’obbligo di fatturazione elettronica sarà esteso anche a tutti i fornitori della Pubblica Amministrazione locali.
I tempi sembrano lunghi, ma per un paese in cui la PA è fortemente burocratizzata ed arretrata, in verità, sono tempi fin troppo brevi e che destano preoccupazione tra gli addetti ai lavori. Entro il 31 dicembre 2014 dovranno essere infatti individuati gli uffici destinatari della e-fattura così da consentire al Sistema di interscambio di Sogei di recapitare correttamente le fatture stesse. L’identificazione avverrà per mezzo di un codice univoco di ufficio assegnato dall’Indice delle PA (Ipa).
Il decreto prevede anche il registro unico delle fatture. Qui entro 10 giorni dal ricevimento sono annotate le fatture per somministrazioni, forniture, appalti e per prestazioni professionali emesse nei loro confronti.
Secondo i dati rilevati dal Politecnico di Milano ammonterebbero a circa 1,5 miliardi l’anno i vantaggi economici della fatturazione digitale. Complessivamente, grazie all’introduzione della fatturazione elettronica verso la PA si possono ottenere risparmi diretti di oltre 1 miliardo di euro l’anno, se consideriamo solo gli impatti interni alle PA, e circa 1,6 miliardi di euro l’anno, considerando anche i potenziali effetti positivi sui fornitori della PA stessa.
Ma nell’ipotesi che la fatturazione elettronica si diffonda anche solo nel 20% dei rapporti tra imprese si potrebbero conseguire recuperi di efficienza pariad ulteriori 3 miliardi di euro!
Un valore che arriverebbe addirittura a 60 miliardi di euro di risparmi complessivi nel caso in cui l’adozione fosse estesa a tutte le relazioni tra gli attori economici del Paese, ovvero sia tra le imprese, che tra queste e la PA.
Insomma la sfida è stata lanciata. Adesso servirà tanto supporto, sensibilizzazione e formazione sopratutto per le imprese di più piccole dimensioni. Quest’ultime, per carenze interne, sono di sicuro le più restie all’ingresso nel loro processo di innovazioni di tale portata. Sono anche, però, quelle che potranno trarne i più ampi benefici in termini di velocizzazione amministrativa e fiscale. Speriamo che stavolta ministero, agenzie fiscali, pubbliche amministrazioni e associazioni di categoria riescano a fare davvero sistema per non disperdere questa potenzialità.
* Marco Gasparri è Direttore di Studio Kalimero, agenzia di comunicazione e marketing. Si occupa da sempre di innovazione e di divulgazione di nuovi media e tecnologie.