FIRENZE – Piccoli ospedali, in Toscana non chiuderanno. La rete dei piccoli ospedali, e la loro riorganizzazione, sancita dai patti territoriali siglati nel 2013, e realizzata o in corso di realizzazione, pone le nostre strutture già in linea con i contenuti del Patto per la salute attualmente in discussione tra Regioni e Ministero.
In Toscana, il regolamento di riorganizzazione proposto dal Ministero della salute, qualora confermato, non si tradurrà nella chiusura di alcune strutture ospedaliere, in quanto la Regione, con vari atti, a partire dalla delibera 1235 del dicembre 2012, ha emanato disposizioni per individuare le caratteristiche delle tipologie di ospedale a cui le strutture ospedaliere dovranno aggiornare la propria organizzazione, per assicurare la presa in carico delle persone assistite, secondo livelli di gravità e di bisogno differenziati.
Tutto questo è contenuto nei Patti territoriali e nel Piano Sanitario in discussione in Consiglio Regionale. L’attenzione verso le comunità di riferimento – sottolinea l’assessore al diritto alla salute – è dimostrata dalla sottoscrizione a livello locale dei Patti territoriali, che nei mesi passati ha impegnato l’assessorato, l’Uncem, gli enti locali. In coerenza con gli atti regionali, i Patti territoriali garantiscono lo sviluppo dei piccoli ospedali, che con pari dignità andaranno a costituire parti essenziali, strutturalmente e professionalmente integrate nella più vasta rete regionale degli ospedali toscani. Il protocollo d’intesa tra Regione e Comuni toscani, in cui è presente l’ospedale di prossimità, ha costituito la base per le sottoscrizioni dei Patti territoriali. E sono già stati siglati, o sono in fase di sottoscrizione, gli accordi per rivedere funzioni e compiti degli ospedali di piccole dimensioni all’interno della rete ospedaliera toscana.
E sulla nota della regione nel pomeriggio è intervenuto anche Stefano Mugnai, consigliere regionale di Forza Italia. «Come in amore così anche in guerra, quella elettorale, a quanto pare per la giunta regionale vale tutto: persino un comunicato privo di notizia che tenta di rassicurare i cittadini sul futuro dei piccoli ospedali, i presidi di comunità. Una parte di vero in quella nota c’è: in effetti qui in Toscana ormai il danno di un’ipotesi di riorganizzazione che mette in zona rischio oltre una dozzina di ospedali territoriali (Fivizzano, Pontremoli, Barga, Castelnuovo Garfagnana, San Marcello Pistoiese, Volterra, Portoferraio, Casentino, Valtiberina, Valdichiana, Figline Valdarno, Pigliano, Castel del Piano e Orbetello) ormai è stato fatto. Non si vede, tuttavia, di cosa andar fieri».