ISOLA DEL GIGLIO – L’incontro dell’Osservatorio per il recupero della Costa Concordia svoltosi stamani a Palazzo Cerretani ha fatto il punto su due aspetti importanti e attesi del piano di recupero del relitto, ha sottolineato la presidente Maria Sargentini; il cronoprogramma e il piano di trattamento e recupero delle acque contenute nelle scafo.
Prima però è stato esaminato, per informazione di tutti i componenti dell’organismo, l’incidente dell’ormai famoso cassone orizzontale S13, in corso di trasferimento a Genova per le indispensabili misure di controllo e ripristino della totale funzionalità operativa in attesa della rimessa in opera. Un incidente inaspettato e certo da non ripetere, hanno affermato l’ingegner Franco Porcellacchia di Costa e Stefano Girotto del consorzio Titan-Micoperi, ma che ha insegnato molto per il prosieguo in sicurezza del lavoro di aggancio degli altri cassoni.
Il cronoprogramma proposto prevede per Costa il rigalleggiamento della Concordia tra il 18 e il 20 luglio prossimi, data di cui l’Osservatorio si è limitato a prendere atto. L’aggiornamento del piano delle acque interne, ha aggiunto la presidente Sargentini, era stato invece richiesto anche in vista della scadenza del 20 maggio, data indicata che l’Osservatorio per l’avvio delle operazioni del trattamento.
Per quanto ti guarda i serbatoi del carburante, secondo i dati illustrati da Costa e dal consorzio, l’integrità delle casse è tale da garantire è tale da garantire la tenuta e l’assenza di sversamento degli idrocarburi residui durante il traino; quindi Costa non riscontra necessità di intervento. In ogni caso l’Osservatorio ha chiesto e ottenuto una ricognizione a mezzo di robot per un monitoraggio preciso della situazione, e per valutare con cognizione come proseguire l’intervento.
Per quanto riguarda le acque presenti nei volumi liberi in galleggiamento, stimate tra i 140mila e i 159mila metri cubi, il piano prevede l’aspirazione di circa 4mila metri cubi in due aree specifiche a livello del ponte C, una a prora e una a poppa, che presentano le maggiori concentrazioni inquinanti. Lo scopo di questa operazione, sottolinea Sargentini, sarà di alleggerire tali concentrazioni (in particolare di ftalati e idrocarburi) in vista dell’inevitabile sommovimento e scambio con acque esterne al momento dell’azione di rigalleggiamento, mantenendo il peso necessario all’equilibrio dello scafo.