di Daniele Reali — Tweet to @Daniele_Reali
GROSSETO – Produrre vino di qualità grazie alla tecnologia. La rivoluzione digitale inizia a produrre i suoi effetti anche nel settore vitivinicolo e in Maremma dove da anni si è scelto la strada della qualità con produzioni, diventate eccellenze a livello mondiale, si punta sulla ricerca e sull’innovazione. Tra i i tanti progetti in campo uno dei più innovativi riguarda l’utilizzo degli smartphone nei vigneti.
Tutto è nato grazie ad un progetto promosso dall’istituto di fisica applicata del Cnr insieme al laboratorio di analisi Caim e alla “Fattoria di Magliano”. Nella sperimentazione è stato utilizzato un particolare sensore ottico, chiamato “Multiplex” (nella foto), che rileva una serie di dati e di parametri posizionandolo direttamente a contatto con la vite e con l’uva. «Si tratta di parametri – spiega Lorenza Tuccio dell’istituto di fisica applicata del Cnr – sulla maturazione dell’uva ad esempio o sul colore delle foglie dai quali si può anche dedurre la qualità delle produzioni». Questi dati poi vengono analizzati ed elaborati e riprodotti sulle mappe di “Google earth” così da essere a disposizione di numerosi supporti. In pratica vengono disegnate delle mappe dei vigneti che indicano una serie di caratteristiche dell’uva: mappe che possono essere consultate direttamente su smartphone, tablet e pc.
Con la sperimentazione in Maremma, nella Fattoria di Magliano, è stato possibile, in un vigneto di appena due ettari,distinguere due zone di produzione, tanto da ottenere con lo stesso vitigno due vini profondamente differenti e di qualità eccellente.
Anche la provincia di Grosseto ha sostenuto questa iniziativa. «Puntare sull’innovazione – ha detto l’assessore Enzo Rossi, che ha partecipato come si vede nella foto alla presentazione del progetto nella sala Pegaso di Palazzo Aldobrandeschi – ci può dare quel valore aggiunto in competitività rispetto ad altre zone di produzione».
Questo tipo di tecnologia tra l’altro potrebbe portare dei benefici anche in termini di costi. «In annate particolarmente difficili – spiega ancora Lorenza Tuccio – un’analisi di questo tipo offre alle aziende maggiori garanzie per ottenere vini con standard qualitativi in linea con le aspettative».