di Lorenzo Falconi (twitter: @LoreFalcons)
GROSSETO – “Palla a 21 (o palla eh!): dalla Toscana a Milano e ritorno”. E’ il progetto ma anche il titolo che riporterà alla mente la storia dei venti giocatori, provenienti da minuscoli paesi come Ciciano, Piloni, Scalvaia, Torniella, Tirli e Vetulonia che nel luglio 2007 approdarono a Chicago, nell’Illinois, per far conoscere un gioco semplice ma ricco di tradizioni. La storia si ripete e il progetto “Palla a 21 o palla eh!: dalla Toscana a Milano e ritorno” vuole essere una sintesi delle esperienze passate e uno spunto per attività future legate alla tutela e alla valorizzazione di un gioco antico, di cui si conoscono varianti anche in altre parti d’Italia e all’estero.
Il programma prevede di mostrare e dimostrare il gioco nel capoluogo lombardo, declinando in varie forme quello che è lo spirito della piazza durante i tornei estivi nei borghi collinari in cui oggi è praticato tra le colline metallifere grossetane e la val di Merse. La sfida sarà adattare il gioco al contesto di una città che, seppure in continua evoluzione verso un panorama di vetro e di acciaio, conserva sempre vicoli e strade con un’atmosfera più antica. «Nel passaggio da paese a metropoli c’è una sfida nella sfida – spiega Andrea Giacomelli, uno dei sostenitori del progetto -, perché la ricerca dell’ambiente è fondamentale e si possono creare tante situazioni. Per giocare a questa tradizionale disciplina che ha radici nel medioevo, in fin dei conti basta poco: una pallina artigianale e il palmo delle mani».