di Lorenzo Falconi (twitter: @LoreFalcons)
GROSSETO – Un percorso lungo 6 mesi che ha visto coinvolte la Fight Gym Grosseto ed il Polo Liceale Bianciardi e che ha permesso alle classi dell’istituto di avvicinarsi al mondo della noble art, grazie all’inserimento nel piano di offerta formativa dell’insegnamento delle basi tecniche dello sport del pugilato. Il progetto, fortemente voluto dal dirigente scolastico Daniela Giovannini, è stato reso possibile grazie all’impegno del presidente Amedeo Raffi e da David Baragiola per l’area organizzativa, ed al coinvolgimento in prima persona del maestro Raffaele D’Amico e di tutto lo staff tecnico della Fight Gym, coadiuvati da Marcello Cesaroni, docente di scienze motorie, per gli aspetti prettamente sportivi. L’iniziativa, unica in tutta Italia, ha permesso ai ragazzi di frequentare un ciclo di lezioni introduttive al mondo della boxe durante l’orario scolastico, con l’intento di una riscoperta del valore educativo e delle opportunità che tale disciplina offre ai giovani per il loro sviluppo fisico e morale.
L’epilogo dell’iniziativa è coinciso con la visita a scuola del presidente della Federazione Pugilistica Italiana, Alberto Brasca che ha incontrato i giovani che hanno partecipato a questa esperienza innovativa. «Il pugilato è sempre stato circondato da molta diffidenza da parte della scuola e da parte delle madri, quindi fa piacere che si vada verso questa apertura – osserva Brasca -, ciò vuol dire che sta cambiando la mentalità. Si comincia a capire che il pugilato non è una violenza fatta di nasi schiacciati, ma è uno sport dove si imparano le regole, ci si irrobustisce fisicamente e si svolge un’attività formativa anche sul piano del carattere. Credo che i ragazzi che si misurano con la nostra disciplina hanno anche la possibilità di crescere come uomini».
Particolarità del progetto, quella di aver avvicinato alla disciplina anche le ragazze, mentre in totale sono stati circa 150 gli studenti che hanno partecipato: «E’ stato un’esperienza positiva sotto ogni punto di vista. I ragazzi erano un po’ scettici all’inizio, molti di loro venivano solo a vedere, ma poi hanno risposto molto bene e alla fine quelli che si giustificavano a lezione, perché non avevano portato le scarpe o avevano mal di pancia, erano sempre di meno – spiega Raffaele D’Amico -. Qualcuno di loro si è già presentato in palestra, spero di poter ripetere l’esperienza già dal prossimo anno, so che altre scuole si sono interessate al progetto».