Torna l’appuntamento con la rubrica de IlGiunco.net “Hello Web, la comunicazione al tempo di internet”: «In Italia solo il 59,7% delle famiglie accede alla rete da casa utilizzando una connessione a banda larga»
a cura di Marco Gasparri*
Gli italiani sono più vicini alla scienza di quanto si credesse, ma se l’analfabetismo scientifico diminuisce la tecnologia resta una sconosciuta, al punto che 4 italiani su 10 sono dei tecnoesclusi, ovvero non hanno mai usato nè internet nè un computer. È il quadro che emerge dall’Annuario Scienza, tecnologia e società 2014, del centro studi Observa Science in Society. Nel dettaglio ben 37 italiani su 100, indica il rapporto, sono completamente esclusi dalle tecnologie digitali. Un dato decisamente negativo, considerando che la media Ue dei tecnoesclusi è del 20% e che tra i Paesi virtuosi la Svezia si aggiudica il primo posto con il 3%. Tra i Paesi europei, dopo l’Italia ci sono solo Grecia e Bulgaria (entrambe con il 41% di tecnoesclusi) e Romania (43%).
Aumentano, invece, in controtendenza, le ore medie di consumo televisivo giornaliero (da 3,8 a 4,2; quinto dato tra i Paesi Ocse). Altre tendenze specifiche che meritano particolare attenzione riguardano la domanda e l’offerta di informazione scientifica, che tende sempre più a scavalcare i mediatori tradizionali (testate e programmi di divulgazione, musei) e a mettere in contatto direttamente produttori (centri di ricerca, ricercatori) e pubblico, sia attraverso i media digitali sia in occasioni di incontro diretto (festival, eventi).
Questi dati fanno emergere un’Italia che solo in una fascia specifica della popolazione, cioè i giovani under 40, accede alle nuove tecnologie, mentre registra un gap tecnologico ancora forte nelle fasce di età fra i 45-60 anni.
Un gap che vede le donne maggiormente tecnoescluse degli uomini. Esse usano meno le nuove tecnologie sia per la differente condizione occupazionale, cioè hanno un accesso inferiore al mondo del lavoro dove tipicamente si usano internet e pc, sia per il tipo di attività svolta, spesso lontana dalle tecnologie digitali.
Per aprire le porte a un maggiore accesso e uso delle tecnologie digitali bisognerebbe spingere il nostro Paese verso una vera cultura scientifica. L’apertura al digitale trova attenta solo la fascia giovanile degli italiani mentre un’ampia fascia di cittadini, i più ‘maturi’, non sembra alfabetizzata a sufficienza per utilizzare la rete al meglio delle possibilità.
I numeri possono apparire sconcertanti, ma se analizziamo più a fondo la questione e pensiamo alla situazione infrastrutturale del nostro Paese, non risulta difficile immaginare che rispondano pienamente alla realtà dei fatti. La qualità dei mezzi tecnici con cui ci si connette a internet rappresenta uno degli indicatori chiave individuati dall’Unione europea per misurare il digital divide. Secondo i dati ISTAT, in Italia solo il 59,7% delle famiglie accede alla rete da casa utilizzando una connessione a banda larga. Anche se negli ultimi sette anni è aumentata considerevolmente la quota di famiglie che dispongono di una connessione veloce per accedere a internet da casa (dal 14,4% del 2006 al 59,7% del 2013), nel confronto internazionale la percentuale di famiglie italiane che dispone di un accesso a internet mediante banda larga è decisamente inferiore alla media europea.
La situazione presenta, inoltre, una sensibile variabilità territoriale. Nelle regioni del Centro-Nord il 62,4% delle famiglie dispone di una connessione veloce. Le regioni più svantaggiate restano quelle del Mezzogiorno, in particolare il Molise, la Calabria e la Sicilia.
* Marco Gasparri (nella foto in alto) è Direttore di Studio Kalimero, agenzia di marketing e comunicazione. Presidente dei Giovani Imprenditori di CNA si impegna da sempre nella divulgazione del sapere legato alla comunicazione, al marketing, al software libero.