di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Il primo sopralluogo è stato effettuato. Gli esponenti della società Missardi si sono presentati presso l’azienda ex Mabro per verificare lo stato del capannone e dei macchinari. Una visita ampiamente annunciata e prevista, ma con il commissario giudiziale Giampiero Russotto (nella foto) che ha delegato l’appuntamento e dunque non si è presentato all’incontro. Una scelta non particolarmente gradita da coloro che avrebbero intenzione di risollevare le sorti dell’azienda di via Senese. Quanto al sopralluogo, invece, sono emerse perplessità sullo stato del capannone e dei macchinari, al punto che complessivamente, gli esponenti di Missardi non hanno ricavato una grande impressione. Valutazioni, in ogni caso, che sono rimaste un po’ fini a se stesse, in quanto l’assenza di Russotto ha vanificato un po’ i piani e che si aggiungono alle perplessità emerse nel precedente incontro con Royal Tuscany, proprietaria di un capannone che rimane uno dei nodi da sciogliere all’interno della vicenda.
Nel pomeriggio, in ogni caso, la delegazione di Missardi si è recata dal sindaco Emilio Bonifazi. Presenti all’incontro anche il vicepresidente della Provincia Marco Sabatini e l’assessore comunale Emanuel Cerciello. E’ stata l’occasione per illustrare a grandi linee le intenzioni in relazione al progetto legato alla ex Mabro. La volontà, in una seconda fase, è quella di presentare un documento più dettagliato al commissario Russotto e di coinvolgere anche sindacati e istituzioni. Il tutto ovviamente prima del 25 marzo, altra data significativa nel doloroso percorso della ex Mabro. In quel giorno Russotto sarà di nuovo a Roma, al ministero dello sviluppo economico, mentre a fine mese dovrà relazionare al giudice Vincenzo Pedone sulle prospettive dell’azienda grossetana. La società Missardi, per subentrare e mantenere i propositi enunciati, primo fra tutti la conservazione dell’intero valore occupazionale delle maestranze, ritenute l’unico vero valore dell’azienda, deve sperare nell’avvio della procedura della Prodi-bis. Se questo non avverrà, salterà tutto il progetto, con la ex Mabro avviata al fallimento.