MONTE AMIATA – I giovani e la formazione, il patrimonio territoriale, il comparto manifatturiero, le piccole imprese, l’agroalimentare, l’energia, la viabilità, le infrastrutture digitali, il governo del territorio, la sanità. Sono i temi delle dieci proposte per il futuro dell’Amiata che Cna e Confindustria Toscana Sud hanno offerto ai candidati sindaci dei Comuni amiatini interessati dalle elezioni amministrative di sabato 8 e domenica 9 giugno.
Un contributo esposto in un incontro nella sala consiliare del Comune di Castel del Piano, riservato alle imprese del territorio, cui sono stati invitati tutti i candidati alla carica di primo cittadino; a rappresentare le associazioni e il mondo delle imprese sono stati Riccardo Breda (presidente di Cna Grosseto), Anna Rita Bramerini (direttore di Cna Grosseto), Giovanni Mascagni (responsabile della delegazione di Grosseto di Confindustria Toscana Sud) e Ilaria Tosti, imprenditrice amiatina.
«Il presupposto – dichiarano gli esponenti delle associazioni di categoria – è considerare l’Amiata come un’area vasta, un unico territorio, sulle cui dimensioni declinare le politiche attive, rifuggendo logiche di campanile. È importante costruire percorsi condivisi in un mondo sempre più connesso e globale, pena la condanna alla marginalità. Per questo vogliamo chiedere ai candidati di assumere un impegno sulle nostre 10 proposte, stringendo un nuovo patto tra pubblico e privato per lo sviluppo di questo territorio. Chiediamo unità di intenti nella governance delle questioni più strategiche e sintesi sulle priorità da cui dipende il futuro di questi territori, di chi ci vive e soprattutto di chi, con coraggio, continua a farvi impresa».
Si parte dall’impresa: «La politica deve porre al centro della propria attenzione l’impresa privata, perché senza impresa non c’è futuro e non ci saranno opportunità per le nostre famiglie e per i nostri giovani. Tra le priorità c’è proprio la creazione di occasioni di formazione e di lavoro di qualità per i giovani, con incentivi ai loro progetti di carattere imprenditoriale, sociale e culturale, in un territorio che sconta un progressivo invecchiamento della popolazione e un basso tasso di natalità. Per questo le nostre associazioni, attraverso le proprie agenzie formative, hanno proposto percorsi formativi finalizzati a creare nuove figure professionali di ambito tecnico, potenzialmente utili alle esigenze delle imprese, riscontrando però problemi nel reperire utenti».
Eppure esistono potenzialità inespresse. «Il turismo esperienziale o lento può contare su un’offerta eterogenea: enogastronomia con la valorizzazione delle produzioni locali, trekking e cicloturismo, parchi tematici, neve, borghi e centri storici di grande valore culturale, luoghi di culto che necessitano di essere presentati come un’unica offerta, rivedendo la strategia di promozione del territorio, coordinando gli eventi e favorendo una collaborazione tra pubblico e privato per pacchetti turistici».
Tra i punti di forza c’è il settore manifatturiero: «Il territorio potrebbe attrarre maggiormente le aziende di produzione di beni immateriali e di servizi come software house e società di ingegneria, con fattori attrattivi come i bassi costi e l’alta qualità della vita. Intanto è importante sostenere le realtà produttive industriali manifatturiere che nella zona dell’Amiata hanno da sempre dimostrato una grande lungimiranza e dinamismo imprenditoriale, incrementando le opportunità lavorative e favorendo la nascita di altre imprese. Ma i problemi non mancano, a partire dall’isolamento: assenza di reti ferroviarie, distanza dalle aree logistiche, rete stradale inadeguata e pericolosa, carenza di infrastrutture e reti digitali adeguate allo sviluppo tecnologico. Per questo è importante costruire un rapporto di collaborazione con le amministrazioni locali che agiscano da collegamento con i livelli istituzionali superiori». Anche l’artigianato e le piccole imprese scontano difficoltà, risentendo delle criticità tipiche delle aree interne montane, oltre al peso della burocrazia. «Le associazioni, affiancate dalle istituzioni, possono agevolare l’aggregazione e offrire consulenze alla realizzazione di progetti o iniziative, in collaborazione con le scuole superiori o per adulti, aiutando le imprese a reperire manodopera qualificata».
«Tra le ricchezze dell’Amiata c’è senza dubbio la varietà e della ricchezza del settore primario, tra capacità imprenditoriali e prodotti di eccellenza come vino, olio, formaggi, salumi, biscotti, castagna e prodotti da forno, da valorizzare in ottica turistica ed enogastronomica, in una valorizzazione comune del marketing territoriale. Possono offrire nuove opportunità anche le nuove tecnologie offerte dall’agricoltura di precisione».
«L’area amiatina offre anche la risorsa dell’energia, con la geotermia. Può rappresentare un elemento di attrazione per nuovi investimenti e nuove realtà imprenditoriali, rilanciando la competitività delle imprese montane e attivando possibili sinergie con attori di livello nazionale presenti sul territorio, come Enel. Il rinnovo delle concessioni dev’essere un’occasione per ottenere investimenti che migliorino le prestazioni degli impianti esistenti e offrano maggiori ricadute per tutte le comunità locali, non solo i Comuni sede d’impianto. Inoltre è importante rafforzare l’attenzione rispetto al tema delle Comunità energetiche rinnovabili».
Sulla viabilità le due associazioni plaudono alle prospettive che interesseranno i lavori sulla strada del Cipressino, classificata come strada regionale. «La coesione istituzionale e l’impegno degli enti locali ha consentito la classificazione della strada del Cipressino, principale via di comunicazione con i più importanti assi viari della provincia, come strada regionale, con 65 milioni per completare la progettazione definitiva di tutti i lotti e l’avvio dei cantieri. Può rappresentare una svolta per lo sviluppo del territorio, perché consentirà di consolidare la presenza delle imprese manifatturiere e apre opportunità per una maggiore attrattività turistica. Occorre, allo stesso tempo, mettere in sicurezza tratti significativi della viabilità interna».
Da rilevare un’insufficiente diffusione delle tecnologie. «Nel territorio amiatino non si è ancora diffusa pienamente la consapevolezza dei benefici derivanti dalla digitalizzazione nei vari processi produttivi. Per migliorare la competitività di tutto il sistema è importante innalzare la consapevolezza e l’operatività del digitale a tutti i livelli, pubblici e privati. Al tal fine è indispensabile incrementare la dotazione infrastrutturale che la digitalizzazione sostiene. È quindi necessario terminare nel più breve tempo possibile le connessioni con la fibra ottica in tutto il territorio e favorire la diffusione della tecnologia 5G e della fibra. La digitalizzazione può colmare gap logistici, pertanto è importante sostenere e incentivare gli investimenti per la digitalizzazione dei processi e dei prodotti. Per questo è da apprezzare il progetto “Smart village” promosso dal Comune di Santa Fiora».
«Inaccettabile, in ambito di governo del territorio, attendere ancora l’approvazione di un Piano strutturale sovracomunale, che fu salutato a suo tempo come un segnale positivo della volontà di gestire il territorio amiatino in chiave unitaria. Nel frattempo sono scattate le norme di salvaguardia, previste dal Piano di indirizzo territoriale della Regione, che hanno determinato il blocco totale delle concessioni edilizie».
«Infine, ma non certo per importanza, la sanità – concludono le associazioni di categoria -. Il Pnrr stanzia 23 milioni di euro per la sanità interprovinciale, 71 in totale per tutta l’Asl Sud Est, in larga parte per l’informatizzazione e per creare alcune nuove “Case di Comunità”. Il futuro dei piccoli ospedali non può essere messo continuamente in discussione, ma occorre ritagliare ruoli e funzioni definite all’interno della rete sanitaria generale, favorendo l’integrazione tra ospedali e servizi sociosanitari, potenziando la medicina territoriale e i servizi di prossimità, vista anche l’alta incidenza della popolazione anziana. Nel quadro di una più generale riorganizzazione sanitaria, derivante dagli obiettivi dettati dal Pnrr, potrebbe essere arrivato il momento di ragionare sulla creazione di un nuovo distretto specifico per l’Amiata».