FOLLONICA – «I recenti e ormai costanti allagamenti creano danni, pericolo, disservizi, perdita di reputazione: una città che passa alla cronaca per non essere sicura perde turisti e su questo intendiamo intervenire immediatamente» a dirlo Matteo Buoncristiani che, dopo verde, sicurezza e politiche abitative torna a parlare del suo progetto per Follonica affrontando il tema degli allagamenti.
«Dall’ultimo di molti eventi è ormai passato quasi un anno – dice il candidato – e cosa ha fatto o sta facendo l’amministrazione perché non accada di nuovo? Dire niente è dire poco. Ci sono progetti incorso? Studi? Finanziamenti? Non ci risulta»
«Noi appena insediati – annuncia Buoncristiani – inizieremo uno studio idraulico su vari fronti primariamente per risolvere in modo ingegneristico il problema dell’allagamento dei sottopassi: non è accettabile né sicuro per una città contemporanea. Inizieremo, in contemporanea, un percorso di informazione verso i cittadini, su come comportarsi in caso di allagamento, in quanto non possiamo risolvere un fenomeno trascurato da 15 anni in pochi giorni, e non controlliamo il meteo. Inizieremo, inoltre, uno studio innovativo su tutte le aree sensibili, trasformando l’acqua da problema a risorsa: la città si rigenera, infatti, attraverso la riorganizzazione e riducendo l’ultilizzo di materiali impermeabili, attraverso una serie di sistemi per gestire le acque di pioggia (anche le cosiddette “bombe d’acqua”) senza realizzare fognature, recuperando tutto il possibile per l’irrigazione».
«I sistemi di cui stiamo parlando – spiega il candidato – sono trincee drenanti, bacini di infiltrazione, superfici permeabili, giardini di pioggia, depositi di accumulo, sistemi di riciclo delle acque di prima pioggia, pavimentazioni con un albedo alto, tetti giardino, verde estensivo ed intensivo. Le tecniche utilizzabili chiedono precisione nella realizzazione e sforzo progettuale ma è più semplice asfaltare e portare in fogna e poi al depuratore, ma ormai non è più sufficiente, oltre che non fattibile.I vantaggi di cambiare approccio, invece, sono molteplici».
«L’eliminazione dei costi delle fognature delle caditoie, degli scavi e dei pozzetti – sottolinea Buoncristiani, enumerando i benefici previsti dalle sue proposte – sono risorse che possono essere utilizzati per verde, arredi e, in generale, per favorire il decoro urbano; il non conferimento al depuratore di acque sostanzialmente pulite annulla la bolletta e i costi del depuratore stesso; il recupero delle acque per l’irrigazione; la ricarica della falda con conseguente riduzione del cuneo salino; l’eliminazione del rischio allagamenti, quelli puntuali, che provocano danni alle cose e a volte morti; la creazione di aree senza isola di calore, con conseguente riduzione, per esempio, della temperatura emessa dall’asfalto in estate da circa 60 gradi a 25/30 e quindi un minore consumo di energia per gli immobili che si affacciano su questi ambienti che porterebbe anche a minore utilizzo dei condizionatori, grazie a pavimentazioni che assorbono meno il calore del sole; decoro urbano e aree esteticamente attrattive; educazione civica al rischio acqua, che salva la vita alle persone»
«Apriremo quindi – conclude – una serie di confronti formativi con la popolazione, con gli imprenditori e con gli Enti, in modo da integrare i regolamenti edilizi e urbanistici, oggi fermi a tecniche e previsioni quantitative di molti anni fa, al fine di innescare un meccanismo virtuoso di vera rigenerazione verde ed urbana, ad opera del pubblico e del privato. Dobbiamo pensare una città che recupera e gestisce l’acqua, eliminando il problema degli allagamenti, macro e micro, attraverso interventi strutturali, spostando le risorse necessarie ad adeguare le fognature, ormai sottodimensionate, verso la realizzazione di queste tecniche, ormai utilizzate anche in progetti realizzati e in corso da privati nella nostra città».