GROSSETO – Non ci sarebbero segni di violenza evidenti sul corpo del neonato trovato morto su una nave da crociera attraccata domenica a Porto santo Stefano.
Questo quanto emergerebbe dalla ricognizione cadaverica fatta dal perito Mario Gabbrielli. Intanto venerdì, in Procura, verrà dato l’incarico, sempre a Gabbrielli e al collega Papini, per l’autopsia sul corpicino del neonato. L’esame autoptico toglierà ogni dubbio sulle cause della morte. Solo a questo punto si potrà parlare dell’entità delle responsabilità da parte della madre.
Se la morte non fosse stata indotta volontariamente dalla donna che, lo ricordiamo, ha 28 anni è filippina e lavorava sulla nave da crociera, si potrebbe parlare di una grave negligenza da parte sua.
Sembra che il bambino (nato il 17 e morto il 19) sia stato allattato, quindi non sembrerebbe esserci volontà omicida, più probabile una colpa grave. La donna avrebbe dichiarato di non essersi resa conto di essere incinta.
Intanto si attende la convalida del fermo: ci sono 48 ore di tempo più altre 48 che porterebbero a venerdì pomeriggio il limite massimo.
La donna, assistita dall’avvocato di fiducia Giovanni Di Meglio, si trova nel carcere di Sollicciano, assieme alle due compagne di stanza: una donna sud africana e una keniota.