GROSSETO – Venerdì 17 maggio, a partire dalle 9:30, l’aula magna del Polo universitario grossetano ospiterà un convegno dedicato ai temi della sanità provinciale promosso da Spi Cgil e Fondazione del Polo universitario grossetano.
L’appuntamento dal titolo “Bella la Maremma! Ma la salute? Sanità territoriale: i bisogni della provincia di Grosseto” è aperto al pubblico, e vedrà la partecipazione fra gli altri relatori dell’assessore alla salute della Regione Toscana Simone Bezzini e del direttore generale della Ausl Toscana Sud Est, Antonio D’Urso. A chiudere i lavori, il segretario generale dello Spi Cgil della Toscana Alessio Gramolati. Nell’occasione, in particolare, saranno analizzati i problemi della sanità territoriale e dell’accesso a visite ambulatoriali e prestazioni diagnostiche.
Uno dei temi che sarà al centro della riflessione di venerdì, riguarda il problema annoso del prolungarsi dei tempi di attesa per le liste di accesso a visite specialistiche e esami di diagnostica strumentale.
«Si tratta di una delle questioni che hanno più impatto sulla qualità della vita dei nostri concittadini – spiega Olinto Bartalucci, responsabile della sanità nella segreteria provinciale dello Spi Cgil – e che più contribuiscono alla percezione dell’efficacia o meno dei servizi sanitari. A noi interessa che venga garantito l’accesso alle prestazioni nei tempi stabiliti, perché il diritto individuale a fruire dei servizi sanitari in modo efficace non può essere negoziabile. Per questo abbiamo messo a punto delle idee sugli ambiti di garanzia”, sui percorsi di tutela del paziente nell’ambito delle prenotazioni e sul meccanismo di funzionamento delle cosiddette “seconde richieste”. Un pacchetto di migliorie che sarebbero in grado di assicurare a tutti lo stesso trattamento, salvaguardando la cornice universalistica del servizio sanitario».
«Quello da cui siamo partiti – sottolinea Alda Cardelli, funzionaria della Fp provinciale – è stata la definizione dell’obiettivo: il percorso deve essere “identificabile” e deve garantire appropriatezza, equità e presa in carico delle prenotazioni per le prestazioni sanitarie richieste. Per quanto riguarda le richieste di primo accesso il vero problema è costituito dalle dimensioni della nostra Provincia, dell’Area vasta e delle Zone distretto. Oggi l’ambito entro il quale bisogna garantire visite ed esami diagnostici è troppo ampio: se vivo a Grosseto e il Cup mi assegna una visita a Pitigliano o Castel del Piano, è abbastanza probabile che ci rinunci oppure che mi rivolga al privato. L’innovazione da introdurre subito, quindi, è che le prime disponibilità di prenotazione siano in prossimità della residenza del cittadino, entro un numero ragionevole di chilometri. Le classi di priorità U (urgente) entro 72 ore, B (breve) 10 gg, D (differibile) 30 gg, le visite specialistiche a 60 gg, le prestazioni sanitarie P (programmata) entro 120 gg, si basano sulle caratteristiche cliniche del paziente che regolano i tempi massimi d’attesa. Per concludere, auspichiamo una modalità in cui il sistema prenda in carico effettivamente il cittadino dal momento della prescrizione fino all’effettuazione della prestazione nel rispetto del diritto e della dignità della persona».