GROSSETO – Confermata in Cassazione la sentenza che condanna l’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Grosseto a garantire la pensione alla ex segretario dell’ordine stesso.
La donna, che aveva lavorato per l’ordine sin dal 1981 anche senza alcuni atto di assunzione, dopo un anno e mezzo aveva visto il proprio rapporto di lavoro essere trasformarsi in co.co.co. Il rapporto di lavoro era bruscamente interrotto, in seguito a recesso unilaterale dell’Ordine, il 28.2.2015, senza riconoscimento dell’indennità di anzianità, senza preavviso e senza il diritto ad una adeguata pensione.
La donna, assistita dall’avvocato Alessandro Antichi, si era rivolta la tribunale di Grosseto che dichiarava che la segretaria aveva lavorato di fatto alle dipendenze dell’ordine dei medici, con fittizio contratto di co.co.co. e condannava il datore di lavoro al pagamento della somma di 99.155 euro a titolo di indennità di anzianità, la somma di 2.287 euro a titolo di indennità sostitutiva delle ferie non godute e di 10.023 euro a titolo di indennità sostitutiva del preavviso; infine, condannava l’ordine a costituire presso l’Inps la rendita vitalizia in sostituzione della pensione.
La vicenda si conclude ora in Cassazione che “rigetta il ricorso dell’ordine dei medici e condanna la parte ricorrente al pagamento delle spese del giudizio di legittimità in favore della controricorrente che liquida in euro 200 per esborsi ed euro 6.000 per compensi professionali oltre accessori di legge e rimborso forfetario in misura del 15%. A questo punto, essendosi formato il giudicato, l’ordine dei medici (che nelle more del processo aveva pagato le somme determinate dai giudici di merito) dovrà attivarsi per la costituzione della rendita vitalizia presso l’Inps, garantendo finalmente alla segretaria una pensione adeguata.