SCARLINO – “Anche la Prefettura ha chiesto all’Amministrazione comunale Travison degli approfondimenti in merito alla convocazione d’urgenza del Consiglio comunale del 24 aprile scorso a Scarlino: evidentemente i nostri consiglieri Paolo Raspanti e Letizia Canepuzzi, proprio come il resto dell’opposizione, non avevano sollevato dubbi infondati sull’indizione dell’assemblea consiliare. Anzi”. Così Scarlino Futura torna ad attaccare l’operato dell’Amministrazione comunale.
“Oltre al consueto inesistente preavviso (cui siamo stati abituati in questi anni), mirato a impedire ai consiglieri di minoranza di approfondire adeguatamente le materie, questa volta sussiste una questione di regolarità della convocazione dell’assemblea avvenuta d’urgenza – prosegue l’opposizione -: si è data per buona la richiesta di convocazione del Consiglio comunale in questione da parte di cinque consiglieri comunali, senza tener conto però del fatto che essa debba coesistere da Regolamento comunale con motivi rilevanti e indilazionabili, che invece non erano presenti. Non solo: dal 12 aprile in poi, visto che il comune è chiamato alle urne e come previsto dal relativo decreto legislativo, in Consiglio sono ammessi solo atti urgenti e improrogabili. Tanto che anche la Prefettura ha invitato ora l’amministrazione “ad approfondire il tema, unitamente ai consiglieri comunali di opposizione, per un’interpretazione autentica della norma regolamentare”.
“Che si sia trattato – chiede Scarlino Futura – di una svista dell’Amministrazione? Una spiegazione in realtà potrebbe arrivare dalla lettura dell’ordine del giorno dell’assemblea, convocata per approvare uno stralcio del piano operativo, materia complessa che Travison non è riuscita ad approvare negli ultimi cinque anni, nonostante ci fosse stato tutto il tempo necessario per farlo, ma che ora, con la campagna elettorale in corso, sembra diventata improvvisamente urgente”.
“Ecco le nostre controdeduzioni tecniche inviate all’Amministrazione comunale e al Prefetto, che spiegano quanto accaduto: ‘Il Consiglio comunale può essere convocato d’urgenza quando sussistono due requisiti fondamentali: motivi rilevanti e indilazionabili e (sottolineiamo E) la richiesta di almeno un quinto dei consiglieri comunali. E’ evidente che i requisiti richiesti dall’articolo 32 del Regolamento comunale di Scarlino debbano entrambi sussistere: per prima cosa perché la “e” è una congiunzione che unisce due richieste e implica quindi coesistenza dei due requisiti, in seconda istanza perché l’articolo 38 comma V del decreto legislativo 267/2000 stabilisce che il Consiglio comunale, già a far data dal 12 aprile può adottare solo atti urgenti e improrogabili, quindi l’urgenza è un requisito essenziale. Perciò anche nell’ipotesi che la “e” non abbia funzione di congiunzione, ma si dovesse – in un guazzabuglio grammaticale – considerare una “o”, si sarebbe comunque dovuto tener conto del primo elemento: motivi rilevanti e indilazionabili, e non solo della richiesta di un quinto dei consiglieri comunali’.
‘Qualora invece si dovesse far valere (a nostro parere erroneamente) solo l’articolo 20 del Regolamento comunale che consente a un quinto dei Consiglieri comunali di fare richiesta di convocazione, ciò contrasterebbe comunque con l’articolo 38 comma V del decreto sopracitato che proprio dal 12 aprile consente solamente di portare in Consiglio atti urgenti e improrogabili. Analizzando poi il merito della convocazione ci troviamo di fronte a uno stralcio del Piano operativo, una materia di pianificazione urbanistica complessa e rilevante, che ancora – dopo cinque anni – non ha visto la luce. Non si capisce quindi perché se debba stralciare una parte in via d’urgenza senza che sussistano di fatto la rilevanza e l’indilazionabilità. Peraltro è proprio l’indilazionabilità che fa difetto, perché questo atto non crea problemi a nessuno, poiché – essendo così vicine le elezioni amministrative – sarebbe bastata solo una breve dilazione nel tempo (pochi mesi) del passaggio in Consiglio dell’atto stesso'”.