GROSSETO – Era stato trattato come uno schiavo, subendo botte in testa con il manico della scopa, calci e schiaffi su tutto il corpo e poi insulti e minacce di morte. Doveva inginocchiarsi nudo e chiedere perdono per i suoi comportamenti e spesso era costretto a dormire in macchina perché veniva buttato fuori casa.
Da anni gli abusi fisici e psicologici erano all’ordine del giorno nella casa di un 71enne maremmano, ma questa vicenda si è ora conclusa con la condanna dei suoi aguzzini: 3 anni per la moglie di 65 anni e 2 anni per il figlio di 22 anni, difesi dagli avvocati Tommaso Galletti e Adriano Galli.
Il giudice Sergio Compagnucci, con il consenso del sostituto procuratore Giampaolo Melchionna, ha applicato le pene stabilite nell’accordo di patteggiamento. Il figlio 22enne ha ricevuto la sospensione della pena, con l’obbligo di seguire un percorso di recupero per persone condannate per maltrattamenti in famiglia.
A denunciare i maltrattamenti era stata la vicina di casa che sentiva i colpi e le urla provenire dall’appartamento accanto. In seguito alla denuncia i carabinieri hanno avvivato una delicatissima indagine che ha compreso anche le intercettazioni ambientali all’interno dell’appartamento. Dopo l’intervento dei carabinieri moglie e figlio erano stati allontanati dal giudice per le indagini preliminari Marco Mezzaluna che aveva disposto il divieto di avvicinamento.
La vittima, che nel frattempo si era trasferita in Piemonte dove si è ricostruito una nuova vita, si è costituita parte civile e riceverà un risarcimento di mille euro.