GROSSETO – Il consigliere comunale del Partito democratico Stefano Rosini torna sulla questione del centro estetico inaugurato alla farmacia comunale numero 7, quella che si trova al centro commerciale Maremà. Il consigliere aveva qualche giorno fa annunciato un’interrogazione, che adesso è stata ufficialmente presentata. Di seguito, in corsivo, il testo dell’atto.
Il sottoscritto consigliere comunale, premesso che nei giorni scorsi è apparsa sulla stampa locale la notizia dell’inaugurazione di un centro estetico collocato dentro la Farmacia comunale numero 7 presso il Centro commerciale Maremà e che la notizia ha suscitato un vivace dibattito in città circa l’opportunità e la legittimità di tale scelta, sia con riferimento alla mission di Fcr SpA, sia con riferimento ai rapporti che una società a maggioranza pubblica deve avere con gli operatori economici del settore, interroga il sindaco e l’assessore competente per conoscere:
1) se l’apertura di un centro estetico nei locali di una farmacia è consentita dalla normativa vigente, anche alla luce del fatto che il Regolamento comunale che disciplina le attività di servizi alla persona di acconciatore, estetista, tatuatore e piercing non menziona espressamente tale possibilità;
2) se gli spazi ove viene esercitata l’attività di estetista rispecchiano i requisiti del Regolamento 2 ottobre 2007, n. 47/R della Regione Toscana ed il regolamento comunale per le attività di servizi alla persona, in particolare l’art. 8, lett. c) che richiede – per l’apertura di una simile attività – anche “la disponibilità di locali aventi la destinazione d’uso compatibile con l’insediamento e l’esercizio, negli stessi, delle attività in oggetto, la conformità ai requisiti strutturali, igienico-sanitari, di sicurezza”;
3) come si è svolto il procedimento autorizzatorio che ha consentito l’apertura del beauty center;
4) se il Comune, quale socio di maggioranza di FCR SpA, ritiene compatibile con lo scopo e le funzioni della società l’apertura di un centro estetico presso una delle proprie farmacie; in sostanza se il Comune ritiene opportuno, con le proprie farmacie, di esercitare la professione di estetista;
5) se prima di intraprendere tale scelta, FCR SpA o il Comune quale socio di maggioranza, si sono confrontati con gli organi rappresentativi del settore;
6) se FCR SpA ed il Comune hanno valutato gli effetti che tale scelta provoca nei confronti degli altri operatori del settore, e se ritengono che possa configurarsi in un caso del genere una forma di concorrenza “impropria”;
7) se una dipendente di una società pubblica come FCR SpA può svolgere le mansioni di estetista;
8) in che modo è stata assunta la persona che si occuperà del centro estetico;
9) a quanto ammonta la spesa effettuata per l’apertura del centro estetico per materiali, lavori, personale ed ogni altro esborso;
10) a quanto ammontano le previsioni di spesa per le materie prime di uso magazzino;
11) se è stata effettuata un’indagine di mercato ed in particolare se si è riscontrato che un centro estetico dentro alla farmacia comunale configura un servizio integrato di valenza sociale;
12) se è stato effettuato un business plan e se sono stati stimati per gli anni a venire, da un lato i costi per formazione, materiali, manutenzione dei macchinari e dall’altro gli introiti dell’attività; ed a quanto corrispondono.