GROSSETO – «Buongiorno a chi in questa piazza c’è» ha esordito così il presidente provinciale Anpi, Luciano Calì, quando il lungo corteo del 25 Aprile è arrivato in piazza Dante. Dopo le polemiche dei giorni scorsi tra una parte dell’Anpi e il sindaco di Grosseto, infatti, il primo cittadino Antonfrancesco Vivarelli Colonna (assieme al parlamentare di Fratelli d’Italia Fabrizio Rossi) ha scelto di venire solo al parco della Rimembranza, per la deposizione, da parte del prefetto, della deposizione della corona ai caduti.
A fianco del presidente dell’Anpi, in piazza, il presidente della Provincia, Francesco Limatola, il presidente del consiglio comunale di Grosseto, Fausto Turbanti, l’onorevole Pd Marco Simiani e le due sindache di Scansano e Civitella Paganico Maria Bice Ginesi e Alessandra Biondi.
«Per me è un’emozione parlare qui: vedo tanti volti cari – ha detto il deputato Pd Marco Simiani che è nato il 25 aprile -. Ho vissuto questa mia festa e vostra festa sempre interamente i miei nonni mi dicevano che ero nato in un giorno speciale».
«Il popolo del 25 aprile non deve chiudere la piazza ma aprirla – prosegue Simiani -. Dobbiamo lasciare un messaggio più grande. Noi non siamo reduci, siamo eredi di questa storia e per questo dobbiamo fare di tutto perché non sia solo nostra. Per questo non c’è bisogno di un invito per venire in piazza il 25 aprile. Chi lottò non fece solo una battaglia sul campo ma di idee e su questo piano dobbiamo ancora lottare e vincere questa battaglia».
Fausto Turbanti ha salutato la piazza augurando un «buon 25 aprile a tutti. Celebrare la festa di liberazione significa celebrare la nostra Repubblica e la nostra carta costituzionale che è figlia della strada tracciata dalla liberazione del nazifascismo. La festa della Liberazione è il simbolo dio un paese che ha saputo rialzare la testa affermando il valore della libertà e della pace». Turbanti ha richiamato al rispetto delle istituzioni a prescindere dalle ideologie «è necessario il confronto non lo scontro. Unire e non dividere, senza erigere barriere. Questa giornata è la festa di tutti, perché porta con sé valori e ideali come l’antifascismo che sono alla base della nostra democrazia. Non bisogna dare per scontati diritti che scontati non sono. Libertà, democrazia, pace e solidarietà non sono solo parole ma conquiste che sono costate vite umane».
Luciano Calì ha poi ricordato il partigiano recentemente scomparso Gennaro Barboni. «Non è democratico pensare di escludere o silenziare gli altri rappresentanti delle istituzioni – ha detto – l’Anpi erede del Cln che comprendeva comunisti, socialisti, democristiani e anche badogliani. Siamo dispiaciuti che il sindaco della città non sia qui; la presenza nelle piazze è la cartina tornasole di adesione a quei valori antifascisti su cui si giura. Tra l’altro il confronto con la cittadinanza rappresenta sempre un salutare bagno di realtà».
In piazza l’Anpi Palazzoli, sezione Anpi della città di Grosseto (da sempre la più critica verso il sindaco e spesso in disaccordo anche con l’associazione partigiani provinciale), con un vistoso striscione che ribadiva il no all’intitolazione di una via ad Almirante. «Ribadiamo il nostro no ad intitolare anche solo un filo d’erba al gerarca fascista Almirante» ha concluso Calì.
«La Costituzione è il frutto più maturo del 25 Aprile – ha detto Francesco Limatola – una costituzione profondamente antifascista. Badate bene non a-fascista, come qualcuno vuol far credere, ma anti-fascista e questo lo si evince anche dalle parole di Moro che affermava ‘Essere antifascista è un dovere da parte di tutti’. E questo lo ribadisco contro le nostalgie, i revisionismi e i rigurgiti fascisti».
Limatola ha poi richiamato la vicenda della censura a Scurati «La storia insegna che il male non arriva mai all’improvviso ma è subdolo, arriva piano piano perché c’è indifferenza. Liliana Segre definisce l’indifferenza l’apatia sociale di chi si volta dall’altra parte, e la memoria è l’unico vaccino. Ricordare è impegnarsi sia come singoli che come comunità. Il 25 aprile è una festa di uomini e donne che si ritrovano in piazza. A chi non si ritrova in questo giorno io dico siete sfortunati: non sapete quanta bellezza vi perdete. Ma noi, antifascisti di oggi, siamo qui anche per voi, per riconfermare lo sforzo di coloro che combatterono per tutti noi».