GROSSETO – “Anche quest’anno, come già accade da parecchi anni, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze ha creduto in noi e nei nostri obiettivi, finanziando in maniera consistente il nostro progetto più ambizioso e quello a cui temiamo di più, ovvero rendere i nostri ragazzi indipendenti”, scrivono, in una nota, dall’Associazione italiana persone Down di Grosseto (Aipd).
“Il progetto ‘Casa Nostra!’ – continuano dall’associazione – mira a sostenere un gruppo di giovani adulti con sindrome di Down nella loro vita indipendente fuori nucleo familiare e si rivolge a 10 persone di età compresa tra i 14 e i 30 anni e alle loro famiglie. L’associazione, con il suo impegno instancabile, si dedica alla ricerca di partner che possano contribuire, anche solo parzialmente, a sostenere l’impegno economico delle persone coinvolte. Questo impegno è stato già dimostrato dalla Fondazione CR Firenze, che ha fornito un sostegno significativo a Aipd”.
“La strategia dell’associazione si basa sulla creazione di una rete di supporto finanziario che coinvolge sia enti locali che istituzioni private. Questo approccio consente di distribuire l’onere finanziario e di creare un sistema di supporto più robusto e resiliente per coloro che ne hanno bisogno. L’associazione inoltre riconosce l’importanza di costruire relazioni solide con i suoi partner. Queste relazioni non solo forniscono un sostegno finanziario, ma creano anche opportunità per la collaborazione, l’innovazione e la crescita. Attraverso queste partnership, l’associazione è in grado di estendere la sua portata e avere un impatto più profondo sulla comunità che serve”.
“Attualmente il nostro obiettivo principale è trovare un appartamento in affitto che ci consenta di portare avanti le nostre attività, per rendere i nostri ragazzi quanto più autonomi possibile; in questo modo si può migliorare la qualità della vita, fornendo un senso di dignità, indipendenza e autostima. La legge 112/2016 è la legge che garantisce, tramite la corretta predisposizione del Progetto individuale, il diritto delle persone con disabilità a poter scegliere dove, come e con chi vivere. L’obiettivo generale del progetto è quello di organizzare un appartamento, come spazio condiviso, dove le persone di diverse fasce d’età, accompagnate da personale specializzato, possano produrre una risposta di distacco graduale tra genitori e figli, incrementare la consapevolezza sociale che la persona con disabilità intellettiva, sulla base delle sue specificità, può possedere capacità di autodeterminazione; offrire alle persone con sindrome di Down la possibilità di sperimentarsi in
maniera autonoma nella gestione della vita quotidiana”, proseguono da Aipd.
“I risultati attesi variano in base all’età, e riguardano il raggiungimento, anche parziale degli obiettivi stabiliti precedentemente, passando attraverso dei piccoli obiettivi formulati per i vari gruppi di età coinvolti. Ci si aspetta che i partecipanti ai progetti raggiungano la propria massima autonomia possibile . Infatti, per qualche individuo essere autonomo potrà voler dire anche solo riuscire ad avere una vita dignitosa, senza uscire dal contesto familiare, mentre per altri sarà quello di andare a vivere fuori casa. Ciascun obiettivo viene pertanto personalizzato, concordato con il ragazzo e la famiglia ed eventualmente modificato durante il progetto”.
“La famiglia viene accompagnata nel riconoscere che il proprio figlio sta crescendo e diventando adulto, nel conoscere i suoi limiti e le sue potenzialità all’interno di un ambiente tutelato e protetto. Promuovere per la fascia pre e adolescenziale competenze e capacità di gestione dell’autonomia personale e domestica, spendibile nella propria quotidianità. Tutto facendo riferimento ad un metodo educativo non assistenzialista, ma basato sullo sviluppo e recupero di autonomie, volte a promuovere la capacità di autodeterminazione del singolo”.
“Ringraziamo in particolare il consigliere di amministrazione Carlo Vellutini, il membro del comitato di indirizzo Francesca Peri, il presidente Bernabò Bocca, il direttore Gabriele Gori e con lui tutto il CdA della Fondazione”, concludono dall’Associazione italiana persone Down di Grosseto.