ORBETELLO – Con 1milione 126 mila e 519 presenze nel 2023, il Comune di Orbetello torna al secondo posto nella classifica dei territori turistici più gettonati della provincia di Grosseto. Soddisfazione dell’assessore lagunare al turismo, cultura e commercio, che però avverte: «Vietato cullarsi sugli allori».
Rispetto al 2022, nel 2023 aumenta di 61 mila 678 il numero delle presenze a Orbetello: «Un dato certamente positivo – sottolinea l’assessore – su cui però è necessario fare alcune considerazioni aggiuntive e più approfondite. I numeri ora sono ufficiali, nonostante ci fossimo già resi conto del trend positivo, sia grazie all’analisi fatta dall’ambito territoriale, sia dagli introiti della tassa di soggiorno. Siamo certamente orgogliosi e soddisfatti che il nostro territorio sia tra i più gettonati e che in tantissimi scelgano Orbetello e gli immediati dintorni per i loro soggiorni, ma un risultato così, purché ottimo, purtroppo non è sinonimo di ricchezza».
«Nonostante i numeri da record, infatti – spiega l’assessore – le nostre aziende e le nostre attività commerciali restano in sofferenza economica e, come dimostrano i dati, il problema non è relativo alle presenze turistiche, ma alla scarsa capacità di spesa delle persone. In passato era più semplice potersi permettere una serata di shopping dopo una giornata al mare, adesso le abitudini sono cambiate: con la crisi economica le famiglie, le coppie, i turisti si trovano costretti a una scelta su dove investire e dove no».
«Per quanto ci riguarda – aggiunge l’assessore – poniamo grande attenzione su questo problema che, però, non deriva da una situazione peculiare di Orbetello, ma è un fenomeno generalizzato in tutto il Paese complessivamente inteso, come emerge dal confronto costante che abbiamo con le altre realtà di ambito e con le associazioni di categoria anche a livello nazionale. Particolarmente le zone balneari sono in difficoltà, in quanto non godono del turismo invernale».
«Dopo il periodo della pandemia, inoltre – dice ancora l’assessore – assistiamo a una chiusura importante delle attività durante il periodo invernale, particolarmente nell’ambito della ristorazione a causa degli altissimi costi di gestione, situazione resa ancora peggiore dall’inflazione e dal conseguente caro bollette. Questo, senza ombra di dubbio, crea un minore indotto all’interno dei centri abitati anche per quanto riguarda le economie delle attività che, nonostante la fatica, scelgono di rimanere aperte e offrire un servizio. Quando si vive o si arriva in un territorio, il servizio di una ristorazione ridotta, per esempio, rallenta prepotentemente la frequentazione dei locali vicini. Dico sempre che una luce che si spenge in un centro è una luce che si spenge sul commercio e sulla frequentazione del centro stesso».
«La nostra è una situazione su cui perciò – conclude l’assessore – è necessario fare ulteriori analisi, senza rinunciare a cercare di trovare delle soluzioni per migliorare. E’ per questo che abbiamo iniziato a prevedere degli incontri, pur consapevoli delle difficoltà, ma siamo convinti che, attraverso un lavoro fatto di concerto con il nostro tessuto economico, possiamo riuscire a superare questo frangente negativo».