MANCIANO – “Denunciamo da anni la tragica condizione in cui versano i pastori, motivo per cui abbiamo sempre cercato di coinvolgere nelle manifestazioni, nei convegni e durante qualsiasi evento, dove veniva discusso tale problema, anche l’associazione della Coldiretti, perché solo con la condivisione e l’unione si ottengono i risultati”. A dichiararlo la presidente del Comitato Pastori d’Italia, Mirella Pastorelli e il Comitato Emergenza lupo Arezzo.
“Con amarezza – proseguono – è stato riconosciuto che ogni invito non è mai stato preso in considerazione. Vedi l’ultimo, del 30 ottobre 2023, in cui era presente l’europarlamentare Sergio Berlato e in collegamento l’europarlamentare Pietro Fiocchi, entrambi onorevoli in commissione ambiente. Inoltre, lo scorso 18 marzo 2024, l’allevatore Matteo Contena (che il 6 marzo 2024 ha portato la sua pecora sbranata dal lupo in piazza Guido Monaco ad Arezzo), in collaborazione con altri allevatori toscani, ha inviato una pec alle associazioni di settore, fra cui Coldiretti, allegando una lettera in cui si chiedeva alle suddette associazioni di inviare un segnale di vicinanza e supporto agli allevatori piagati dal lupo, a cui però non è seguita nessuna risposta”.
“Tale atteggiamento ha dato la sensazione che non fosse una problematica di loro competenza – dichiara Pastorelli -, o snobbassero coloro che cercavano una soluzione ad una problematica che stava attanagliando un settore, fiore all’occhiello dell’Italia, che stava collassando. I tragici numeri, però, danno ragione ai presidenti dei comitati. Infatti la situazione negli allevamenti maremmani e toscani a causa degli attacchi predatori ormai è talmente fuori controllo che nemmeno se ne parla più.
Al caseificio di Manciano negli ultimi cinque anni sono stati persi oltre 100 allevamenti con una perdita di quantitativi di latte sempre nei cinque anni di circa 2.500.000 di litri. Dato molto preoccupante, e negli ultimi due anni non si può certo dare la colpa al prezzo del latte, visto che in questi ultimi periodi ha raggiunto prezzi soddisfacenti”.
“Ma non va certo meglio, come afferma il presidente Marco Bruni, nel resto della Toscana – dice Pastorelli -. Dove per quel che riguarda gli allevamenti certificati nel circuito della produzione di latte dop toscano sono passati da 835 allevamenti di cinque anni fa agli attuali 620. Passando da 45 milioni di litri a 33 milioni, perdendo una media di 2 milioni e 500mila litri annui. Con questi numeri non ci rimane che piangere, pertanto vedere, oggi, che Coldiretti si è resa conto della tragica situazione degli allevatori ci fa chiedere: ma dove era quando gli allevatori chiedevano aiuto perché le aziende chiudevano? Dove era quando i comitati denunciavano che i lupi non potevano stare dove si praticava la pastorizia?”.
“Bene – conclude Pastorelli – che siano organizzate iniziative a favore di chi ogni giorno fatica per procurarsi un cibo genuino e salutare, ma ormai è tardi voler recuperare quello che non è stato fatto a tempo debito ed è ridicolo vedere tappezzare le campagne con cartelli quando ormai le aziende sono diventate una chimera. Un suggerimento: riguardo al danno indotto non sono necessari nuovi tecnici per verificare i danni, perché sono già stati analizzati dalle università con mandato ministeriale. Evitiamo di sprecare soldi pubblici, visto quanti ne vengono sprecati per progetti che non portano risultati. Gli allevatori ormai hanno ben capito che sono ricordati solo in alcuni momenti e sembra strano che vengano ricordati solo all’avvicinarsi della campagna elettorale”.