GROSSETO – Confesercenti Grosseto interviene nel dibattito innescato dall’approvazione del calendario feste e sagre del Comune di Campagnatico e la conseguente presa di posizione di Confcommercio provinciale, con la quale viene condivisa una battaglia comune a difesa della categoria della ristorazione non contro le sagre, ma a favore della loro regolamentazione.
“Insieme alla collega di Confcommercio – afferma Andrea Biondi direttore provinciale di Confesercenti – abbiamo preso metaforicamente penna e calamaio ed abbiamo scritto a firma congiunta a tutte le amministrazioni comunali della nostra provincia, perché dalle manifestazioni gastronomiche popolari non si passi ad una concorrenza sleale, anche se temporanea, alla ristorazione classica, come avviene in vari territori della nostra Maremma”.
“Addirittura mi preme ricordare che Confesercenti Grosseto, attraverso il proprio sindacato dei pubblici esercizi Fiepet, con il presidente provinciale, Massimiliano Mei, ha inviato esattamente un anno fa una bozza di regolamento comunale in rispetto del Codice regionale del Commercio. A dimostrazione che non vi è una guerra contro le sagre, ma una richiesta di regolamentazione”.
“Mentre alcuni sindaci, soprattutto a seguito dell’entrata in vigore del Codice del commercio della Regione Toscana del 2018 (art. 52 Attività temporanea) hanno regolamentato correttamente le manifestazioni temporanee che prevedono la somministrazione di alimenti e bevande, rispondendo alle istanze della ristorazione, in altri luoghi si è deciso di non mettere le briglie ad un fenomeno che dietro le ragioni della sacrosanta socializzazione delle comunità, nasconde troppo spesso fenomeni di reiterata concorrenza sleale in barba ai vincoli della normativa regionale che, ricordo, prevedono che l’attività temporanea di somministrazione di alimenti e bevande per feste e sagre non possa avere una durata superiore ai dieci giorni, con la necessità di vigilare sul malcostume che vede la proposta in maniera perpetua di un ristorante a cielo aperto quasi in forma continuativa da giugno a settembre, cambiando semplicemente nome e soggetto associativo di riferimento della festa o sagra” prosegue Biondi.
“Naturalmente, persiste anche l’obbligo di rispetto delle norme igienico sanitarie, e per quanto concerne la sicurezza dei luoghi di lavoro, che, ricordiamo, si applica anche per il lavoro volontario. Infine i proventi derivanti da tali manifestazioni devono essere usati esclusivamente per fini statutari, e su questo punto è da richiamare gli amministratori pubblici ad intervenire sulle feste e sagre organizzate dalle associazioni sportive, dato che la recente Riforma dello sport ha decretato l’obbligo di adeguamento degli statuti, con necessità di definire precisamente l’attività principale, e relegare qualsiasi attività secondaria ad attività marginale. In poche parole, nutriamo forti dubbi che un’associazione sportiva possa organizzare una festa o sagra con lo scopo della raccolta fondi per finanziare la propria attività sportiva”.
Confesercenti Grosseto non esiterà a richiedere l’intervento degli organi di vigilanza sulle manifestazioni che rischiano di ledere, attraverso una concorrenza sleale, i legittimi interessi dei propri associati.