GROSSETO – «Negli ultimi tre anni poco o nulla è cambiato nella sanità di questo territorio. Occorre superare il concetto di performance sanitaria intesa come efficienza ed efficacia, sviluppando il concetto di fruibilità del bene-salute da parte del cittadino, dal quale invece sembra che ci stiamo allontanando».
Così la presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Grosseto, Paola Pasqualini, è intervenuta con alcune proposte alla giornata finale della Settimana della salute, dedicata proprio ai progetti per la sanità grossetana.
«La base su cui stiamo lavorando – ricorda la dottoressa Pasqualini – è una carenza cronica di medici e di operatori sanitari, anche a livello nazionale, ma particolarmente evidente nel nostro territorio, dove non sembrano esserci attrattive economiche né incentivi professionali. Grosseto rimane il fanalino di coda nell’area vasta. L’assenza di un filtro del territorio obbliga il cittadino a recarsi al Pronto soccorso anche per patologie non urgenti, creando un sovraffollamento a svantaggio delle patologie più gravi e un aumento dei carichi di lavoro degli operatori. Solo a marzo il Pronto soccorso del Misericordia ha registrato oltre 6.500 accessi, in media 210 al giorno, il tutto con gli stessi operatori e una riduzione importante dei posti letto. Se il presidio ospedaliero deve essere considerato come ospedale per patologie acute, si rende necessario creare un sistema sul territorio che possa accogliere patologie croniche e sociali: spero che l’apertura delle Centrali operative territoriali possa migliorare il rapporto tra ospedale e territorio».
Restano anche il blocco delle assunzioni, il tetto di spesa alla sanità (con investimenti sempre inferiori nel tempo) e la carenza di aggiornamento informatico e tecnologico.
«Molti reparti non hanno ancora la cartella clinica elettronica. Sarebbe utile che ogni professionista potesse accedere in rete ai dati di ogni singolo paziente attraverso una rete informatica bidirezionale tra ospedale e territorio. Questi erano temi che segnalavo tre anni fa, all’inizio del mio mandato come presidente dell’Ordine, ma non vedo al momento grandi differenze». La dottoressa Pasqualini pone altre riflessioni sulla programmazione integrata dell’Area vasta sud est 2023, presentata a febbraio dal direttore generale. «Si evidenziano programmi, processi, reti e collaborazioni interessanti: certamente dalla condivisione di conoscenze e competenze tra centri Hub (l’Azienda ospedaliero-universitaria senese) e spoke (gli ospedali territoriali) può derivare un miglioramento nell’assistenza dei cittadini, purché non sia solo un mero “spostamento” di casi clinici ma diventi un arricchimento per tutti, in modo che certe tecniche possano essere eseguite in un futuro prossimo anche nel nostro ospedale».
«Un altro punto da sottolineare nel documento di programmazione – prosegue la dottoressa Pasqualini – riguarda i percorsi condivisi per migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni, con il fine di ridurre la spesa e le liste di attesa. Mi risulta difficile pensare che limitare la possibilità prescrittiva dei medici possa essere un modo per raggiungere questo obiettivo. Come enuncia il nostro Codice deontologico, il medico deve avere libertà prescrittiva, senza costringere il cittadino a girare da un ambulatorio all’altro prima di trovare lo “specialista” giusto. Purtroppo – conclude – si continua a lavorare senza coordinamento tra i vari livelli e si valutano solo i numeri. Ma dietro i numeri ci sono persone con il loro bisogno di salute».