GROSSETO – Più che una degustazione un tour esperienziale che ha attraversato la storia della Cantina i Vini di Maremma, passando per una visita alla cantina, un video emozionale e infine il gusto e il sapore dei vini e dei prodotti locali.
La cantina in località il Cristo oggi ha offerto ai cittadini un’opportunità differente per fruire dei propri spazi.
«Una aperta a tutti per raccontare la nostra storia, per farci conoscere per per raccontare quello che è il nostro rapporto con il territorio, la nostra funzione sociale che ha sempre avuto la cooperativa da quando è stata fondata» afferma il presidente Massimo Tuccio.
«La Cantina negli anni ha risposto alla necessità di raggruppare tutte le produzioni viticole dei piccoli produttori trasformandole e commercializzandole. Una funzione che la cantina continua a portare avanti, guardando al futuro e cercando di affrontare le nuove sfide che il mercato, sempre più veloce, ci mette davanti in questi tempi così tumultuosi. Un mercato veloce nei cambiamenti, climatici, economici, geopolitici ma anche di gusto delle persone».
Anche l’approccio al vino è differente: se ne consuma meno, di maggior qualità, un vino meno muscolare, più facile: vini bianchi, il vermentino, vini fruttati, il ciliegiolo, il rosé. Del resto alla cantina in periodo di vendemmia arrivano «700 carri di uve, spesso differenti. E che vanno quindi lavorati ciascuno in modo differente. Anche lo stesso vermentino cambia, se è ad esempio della zona del tufo o più vicino al mare, producendo bottiglie e tipologie con qualità differenti».
Ma è proprio questa capacità di diversificare e un disciplinare aperto che porta la doc Maremma (nata proprio su spinta della Cantina) ad essere una delle poche ancora in crescita. Se vini più muscolari, come il Sangiovese, hanno un momento di stanca legato al cambiamento dei gusti, questo non succede per i vini maremmani.
«Stiamo puntando molto sui bianchi: infatti abbiamo raggiunto circa il 60% della produzione. Il vermentino oltre a ciliegiolo ecc, quelli che io definisco i vini di mare, quelle che vengono bene sulle coste, che si abbinano al pesce» conclude il presidente.
«L’iniziativa di oggi è nata per ricordare ai cittadini grossetani l’importanza di avere una cantina a due passi dal mare, che consente di andare a degustare, oltre i prodotti enologici, ormai ad alti livelli qualitativi con un buon rapporto qualità prezzo, anche prodotti gastronomici di realtà locali, per cui forniamo una importante vetrina» afferma la direttrice Donata Vieri.
«Il food & beverage è ormai anche un momento di godimento sempre più alto, perché la parte edonistica dell’acquisto e del consumo sta diventando essenziale per i consumatori. Tantissimi turisti arrivano con l’esigenza di trovare un posto dove godersi il territorio attraverso il cibo e il vino, ma con tranquillità in un luogo informale. Questo è un posto accogliente che però un momento di relax».
«Il mercato è cambiato, anche quello locale. Noi offriamo un vino di qualità un prodotto diversificato. Il modo di bere è cambiato: negli anni ’80 bevevamo vino di 10, 11 gradi. Oggi ci troviamo davanti a vini tra i 12 e i 14 gradi, il vino segue lo sviluppo della società e dell’uomo, e noi operatori dobbiamo assecondarlo».
Direttore e presidente hanno poi concluso parlando della cantina come di un «Micromondo in cui viene valorizzata la capacità di generare diversità apportata da ogni socio».