GROSSETO – «Mi dispiace molto che il monumento abbia preso il posto dell’unica parete di arrampicata a disposizione del pubblico» così un nostro lettore, Giovanni Cerboni, commenta la scelta dell’amministrazione comunale di sostituire la parete di arrampicata nel parco di via Giotto con un monumento che festeggia il riconoscimento di Grosseto in ambito di turismo sostenibile.
Cerboni ha scritto per questo motivo ha scritto a Megale (assessore al Turismo), Ginanneschi (Lavori pubblici), Vanelli (Ambiente), Amante (politiche giovanili) e allo staff della Commissione incaricato del progetto per alcuni punti critici dell’iniziativa (sostituzione della parete, scarsa accessibilità, coinvolgimento dei cittadini nullo).
«Credo sia grave che un bene pubblico venga sostituito per fare spazio a un monumento poco accessibile alla cittadinanza. È vero, la parete era vecchia e poco utilizzata, ma mi sarebbe piaciuto che i soldi dei contribuenti fossero spesi per aggiustarla o ravvivarla, più che per mettere al suo posto un monumento – scrive nella lettera inviata all’amministrazione comunale -. Sarebbe stato un modo migliore di celebrare Grosseto e contribuire alla sua dinamicità. Penso che questa sostituzione non faccia bene né all’immagine delle istituzioni europee né di quelle comunali».
«In secondo luogo, il monumento porta una scritta in lingua inglese (Green pioneeer of Smart Tourism 2024) e l’unico modo per sapere di più è scannerizzare un QR code che porta a un sito in inglese. E’ triste e ingiusto che l’istituzione renda accessibile il monumento solo a chi ha ampie competenze linguistiche e tecniche».
«In terzo luogo, mi piacerebbe fare una considerazione di metodo. Il progetto ha dovuto collaborare solo con Grosseto e Dublino, per cui mi viene da pensare che ci fossero i margini per una gestione partecipativa e deliberativa con il coinvolgimento dei cittadini (le istituzioni UE hanno un centro di competenze proprio su questo). Immagino che DG Growth non abbia potuto intervenire sul luogo e il comune sulla forma del monumento. Un approccio diverso avrebbe evitato errori così grossolani e impattanti sulla nostra città e sul nostro quartiere».