SCARLINO – «Martedì scorso, a quasi due mesi dall’inizio della cassa integrazione, i lavoratori di Venator iscritti alla Filctem Cgil si sono riuniti in assemblea per fare il punto della situazione.
Pur esprimendo soddisfazione per i passi avanti – perché, finalmente, è possibile parlare di un progetto per la discarica definitiva nell’ex “bacino fanghi Solmine” che è stato depositato per ottenere l’autorizzazione regionale – siamo molto preoccupati per il tempo che passa con la spada di Damocle della pesante cassa integrazione sul personale. E per il progressivo dissolversi dell’occupazione in Venator e nell’indotto, e nessun segnale di ripresa della domanda di mercato per il biossido di titanio.
I lavoratori, pertanto, chiedono che i loro sacrifici non siano vani e che tutte le autorità e l’azienda si muovano velocemente per arrivare ad una soluzione che, in armonia con salute e sicurezza dei lavoratori e nel rispetto dell’ambiente, ripristini i livelli occupazionali in Venator e nelle imprese appaltatrici, che stanno pagando il prezzo più alto di questa crisi. Le soluzioni tecniche sono state individuate, occorre che l’iter autorizzativo per le discariche oltre che rigoroso sia anche il più possibile celere e senza intoppi.
I lavoratori chiedono anche di riconvocare il tavolo di crisi regionale, già fissato l’11 dicembre e rinviato per indisponibilità dell’azienda, per fare il punto su Cigs e prospettive future di tutto il polo industriale del Casone. E sollecitano nuovamente i rappresentanti politici nazionali, che di fronte ai lavoratori si sono presi l’impegno a sostenere anche col governo le soluzioni per stoccaggio e riduzione dei gessi, a dare seguito alle parole spese. Anche sostenendo e sollecitando le azioni prospettate a livello europeo contro le pratiche commerciali sleali dei produttori di biossido di titanio cinesi, che destabilizzano il mercato europeo.
È determinante fare presto, perché i lavoratori e le loro famiglie stanno già soffrendo economicamente la crisi. Perché il territorio sta già perdendo residenti, posti di lavoro e importanti professionalità. Perché la fabbrica possa trovarsi pronta alla ripartenza ai primi segnali di ripresa del mercato.
Filctem Cgil continuerà a confrontarsi con lavoratori e istituzioni in ogni occasione per non perdere, ma incrementare, la manifattura in provincia di Grosseto. Ribadendo la necessità del lavoro buono e qualificato e con alti standard di sicurezza che in tanti anni è stato garantito dall’industria».