GROSSETO – Una storia degna di Sherlock Holmes. Un “inseguimento” del segnale sino al ritrovamento del cellulare perso.
A raccontarlo in prima persona, esprimendo gratitudine alla Polizia di Stato, la proprietari, Irene Baldi, medico dell’ospedale Misericordia di Grosseto
Vorrei raccontare la disavventura che mi è capitata sabato sera, 23 marzo, poco prima delle 20.00 e che non avrei mai superato senza l’attenzione, la disponibilità e la professionalità della Polizia di Stato.
Accompagno mio figlio da un amico in via Emilia, a Grosseto; scendo dall’auto per far sì che attraversi la strada e, inavvertitamente, deve essermi caduto il telefono cellulare (I-phone). Pochi minuti dopo a casa, mi accorgo di non averlo più nella mia borsetta.
Premetto che sono un medico, chirurgo vascolare dell’ospedale Misericordia, che utilizzo il cellulare, oltre per i contatti con gli affetti, anche per lavoro, per rispondere alle chiamate in reperibilità, ricevute le quali devo recarmi nel minor tempo possibile in Pronto Soccorso o in ospedale per emergenze vascolari, oltre ad avere una fitta rete di contatti con i pazienti che possono aver bisogno.
Detto questo, quasi istantaneamente, tramite il cellulare di mio marito, geolocalizzo il mio telefono. Inizialmente, in movimento, in via Don Minzoni e poco dopo, fermo in Via Roma, dove ipotizzo che forse è stata tentata una vendita abusiva. Immaginando cosa fosse successo chiamo il 112, mentre mi avvio con la mia auto verso via Roma pronta a tutto pur di riavere ciò che era di mia proprietà.
Pochi minuti veramente e una volante con due poliziotti in servizio è già sul posto pronta a proteggermi. Ma il mio cellulare si trovava già in via Sonnino, in movimento e nelle mani di chi al momento non aveva intenzione di riconsegnarlo.
Il caso ha voluto che il sostituto commissario Broccolini, fuori servizio, stesse passando da via Roma, e vedendo la pattuglia si sia fermato. Grazie alla prontezza con cui ha coordinato l’azione, sono stata trasportata all’interno della sua auto personale, seguiti dalla volante in aiuto, abbiamo geolocalizzato il telefono che si muoveva fino a via Cimabue.
Intuendo che il possessore indebito fosse sull’autobus incrociato, alla prima fermata sono scesa e, assieme agli agenti, siamo riusciti a recuperare il cellulare che si trovava in possesso di una ragazza di colore con il figlio minore, pertanto confidando nella buona fede della ragazza ho ritenuto opportuno vista la circostanza, credere alla versione della ragazza.
Tutto questo si è miracolosamente svolto in circa 15 -20 minuti.
Gli agenti e il commissario hanno gestito al meglio la situazione utilizzando i giusti toni e le dovute maniere con la ragazza che aveva raccolto e trattenuto il mio cellulare senza mai rispondere alle mie continue telefonate con le quali cercavo di rintracciarlo, né consegnato all’autista dell’autobus per farlo restituire al legittimo proprietario.
Questa mia lettera è per esprimere la massima gratitudine ai due agenti in servizio su quella volante, al commissario Broccolini e a tutte le forze dell’ordine che, seppur chiamate per una causa che può apparire futile, hanno espresso la massima disponibilità e professionalità, contribuendo a mantenere l’ordine e la giustizia con un garbo che mia ha colpita.
Chi è pronto a mettere a rischio la propria incolumità per una giusta causa, proteggendo gli offesi, merita il massimo rispetto e gratitudine.