GROSSETO – “La provincia di Grosseto ha cambiato maggioranza, e Francesco Limatola deve farsene una ragione e quindi dimettersi”.
È quanto afferma il deputato grossetano e coordinatore regionale Fratelli d’Italia Toscana, Fabrizio Rossi.
“Piaccia o non piaccia a Limatola – tuona Fabrizio Rossi – questo è stato l’esito delle urne di domenica 17 marzo, con sindaci e consiglieri comunali che rappresentano il voto dei cittadini. Voto che ha dato un chiarissimo segnale e cambiato gli assetti della nostra Provincia, eleggendo ben sei consiglieri del centrodestra sui dieci disponibili, mettendo di fatto in minoranza il presidente Limatola”.
“È tutto vero – commenta Rossi, – che purtroppo tra le varie “storture”, l’attuale legge Delrio – riforma voluta dal partito di Limatola – prevede che i presidenti di provincia vengano eletti ogni 4 anni e i consiglieri provinciali ogni 2, ma è altrettanto vero che quando un presidente o un sindaco non ha più una maggioranza che lo sostiene, quest’ultimo di fatto viene delegittimato e impossibilitato dal proseguire. Non solo, la ponderazione dei voti e il conseguente risultato attestano che la maggioranza dei cittadini della provincia vuole una amministrazione di centrodestra. Corre l’obbligo politico, morale ed etico per Limatola di dimettersi dalla carica di presidente anche perché, come annunciato dallo stesso, sarà candidato a sindaco a Roccastrada e, nonostante non abbia più una maggioranza in provincia potrebbe sfruttare il suo ruolo per agevolare la campagna elettorale in quel comune”.
“Le dichiarazioni rilasciate dal presidente Limatola sulla stampa in quest’ultimi giorni, lasciano stupiti – chiosa Fabrizio Rossi – perché chiunque si trovasse nella stessa situazione non potrebbe chiedere collaborazione: leggasi, inciuci, stante il divario programmatico tra le due coalizioni e numerico in consiglio. Sarebbe più onesto e coerente dimettersi e attendere l’esito delle elezioni amministrative di giugno, quando ben 14 comuni (tra i quali Follonica) saranno chiamati ad esprimersi con le elezioni amministrative e il divario tra centrodestra e centrosinistra potrebbe addirittura aumentare. Potrebbe addirittura decadere, qualora perdesse il comune di Roccastrada o non si ripresentasse alle elezioni di quel comune”.
“Abbiamo conosciuto Limatola come persona corretta dal punto di vista dei rapporti istituzionali, non vorremmo ricrederci proprio adesso – prosegue Fabrizio Rossi. – È noto che la poltrona di presidente della provincia, a differenza di Vivarelli Colonna che la ricopriva gratuitamente, ha un emolumento equiparato a quello del comune capoluogo di provincia – circa 9.000 euro lordi mensili – ma oggi c’è in ballo la credibilità dell’istituzione stessa, che non ammette deroghe quando mancano i numeri per governare, ad esempio, l’approvazione del bilancio dello stesso”.
“Vorrei infatti ricordare a Limatola, ma anche a tutti i cittadini – prosegue Rossi, – che il consiglio provinciale appena eletto, è per legge l’organo di indirizzo e controllo dell’ente. Questo dice la legge: il consiglio approva regolamenti, piani, programmi e approva o adotta ogni altro atto ad esso sottoposto dal presidente della provincia. Inoltre, ha altresì potere di proposta dello statuto e poteri decisori finali per l’approvazione del bilancio, mentre il presidente della provincia ha la rappresentanza dell’ente, convoca e presiede il consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci, sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici ed esercita le funzioni attribuite dallo statuto”.
“Quindi, Limatola di fatto sarebbe come un sovrano che regna, senza avere più un regno da governare. Se veramente, come vorrebbe far credere, il presidente Limatola tiene al bene del governo del territorio e dei suoi cittadini, a maggior ragione deve subito dimettersi”, conclude Fabrizio Rossi.