GROSSETO – “Ho provato a dare il mio contributo per cambiare la Lega Toscana dall’interno, ma non mi è stato permesso, mentre a livello grossetano le sezioni provinciale e comunale che avevo diretto per otto anni, e la cui guida ho lasciato un anno fa non entrando volutamente a far parte di nessuno dei due direttivi, è stata ridotta in macerie in pochi mesi. Questo mi ha spinto a lasciare il partito ad un anno esatto dal congresso che portò all’elezione di Claudio Pacella, sfiduciato poco tempo dopo insieme al direttivo, alla segreteria provinciale. Uscendo conto di dare voce a tutto quel malcontento che regna nel partito e che troppo spesso resta chiuso all’interno di contesti locali con numerosi militanti costretti a lasciare la Lega disperdendo esperienza, impegno e voglia di fare”.
Il consigliere regionale Andrea Ulmi, lascia la Lega Salvini Premier e aderisce al gruppo misto dove si connoterà con il nuovo nome ‘Merito e Lealtà’.
“La mia scelta è sofferta – afferma Ulmi – perché la Lega è stato il mio primo e unico partito, venendo dal mondo civico, ma anche perché lascio un gruppo regionale con cui andavo d’accordo. Io esco dalla Lega per dare voce alla protesta e perché questa abbia un respiro toscano e non limitato ad un unico territorio. C’è stata un’emorragia di fuoriusciti ma, silenziosamente, dalla dirigenza è stato digerito tutto, con un unico obiettivo: mantenere il potere che la rendita di posizione conquistata dalla Lega negli anni precedenti poteva consentire loro. Molto del malcontento deriva dalla protezione da sempre assicurata da Matteo Salvini a Susanna Ceccardi, al di là dei risultati che ha ottenuto, qualsiasi essi fossero. Se ne è reso conto Manuel Vescovi che dopo aver vinto a Pisa, Massa e Siena si è visto sostituire al vertice del partito dall’allora sindaco di Cascina. E’ accaduto a Mario Lolini quando pensava di essere commissario della Lega Toscana, ma in realtà era commissariato dai ‘padri fondatori’ scelti a suo tempo dalla Ceccardi, che avevano funzione di direttivo e gli bocciavano ogni decisione su cui non fossero d’accordo”.
Una situazione che è arrivata fino all’ultimo congresso regionale. “Qui – afferma il consigliere regionale – si è registrato un evidente malcontento che è sfociato nella ‘mozione Tacchi’, che è riuscita a ottenere il 35 per cento dei voti. Personalmente mi ero detto in disaccordo con la candidatura del sindaco di Montecatini Terme Luca Baroncini in quanto sarebbe stato presto impegnato con le elezioni amministrative ed una sua sconfitta avrebbe potuto avere gravi ripercussioni sul partito. Siccome le politiche regionali si fanno in Regione io avevo suggerito, come nome unitario, quello della capogruppo Elena Meini, persona capace ed empatica, che ha fatto un ottimo lavoro creando un gruppo coeso e motivato. Il no a questa proposta non è venuto per una ragione politica, ma solo perché ad un convegno della scorsa estate Matteo Salvini aveva espresso gradimento per una elezione di Luca Baroncini. Che dal federale impongano un commissario mi sta bene, ma che un congresso non possa decidere liberamente chi deve guidare il partito in qualità di segretario eletto, perché lo dicono dall’alto credo che vada contro ogni logica democratica”.
Ulmi ha una sua idea della politica facendo capire quale sia la situazione attuale nella Lega. “Per ottenere rendite di posizione – sostiene il consigliere regionale – spesso si calpestano due valori, per me fondamentali, il merito e la lealtà. Per questo ho chiamato Merito e Lealtà il mio gruppo regionale, che può diventare un contenitore, oppure un megafono, per tutte quelle realtà territoriali che non sono strutturate e che non hanno la forza di far ascoltare la loro voce in Regione”.
La conclusione riguarda l’obiettivo del consigliere Ulmi a Palazzo del Pegaso rimanendo vicepresidente della Terza Commissione Sanità, Sport e Sociale. “Mi occuperò principalmente di sanità – conclude Ulmi – e di problematiche territoriali. Nell’ambito della mia commissione lavorerò per presentare una legge per il ritorno alle Asl a dimensione provinciale, rafforzandola con una raccolta popolare di firme. Si tratta di una battaglia sostenuta a più riprese dai sindacati del settore, dal mondo del volontariato e dai cittadini”.