GROSSETO – Rientrato in Italia il team della società naturalistica speleologica maremmana proveniente dall’Etiopia.
Anche quest’anno erano numerosi i progetti da verificare. Uno di questi riguardava la richiesta formulata dal Governatore della provincia del Damot Woyida, Lalanda Doda, nelle regioni del sud Etiopia, per progettare un Museo Etnografico da inserire all’interno di un istituto superiore che vede la presenza di oltre 2.000 studenti.
“Le nostre esperienze nei campi dell’archeologia, dell’antropologia e dell’etnologia – spiegano dalla società -, che iniziano nel 1995 con ben 26 successive missioni in quella nazione, risultano lì ben conosciute anche grazie ad alcune pubblicazioni multilingue. Con il sopraggiungere di nuove tecnologie, molti mestieri stanno lentamente scomparendo con tutti gli attrezzi utilizzati e, già oggi, molti giovani non ne conoscono più l’impiego. Raccogliere e conservare questi oggetti, descriverne l’utilizzo e la denominazione, servirà a non dimenticare le proprie origini”.
“Un altro progetto in programma riguardava invece un sopralluogo alla Grotta di Harurona, vicino alla città di Gesuba. La grotta venne scoperta nel 1994, esattamente 30 anni orsono, da componenti della Reg di Follonica, durante una tappa del “Viaggio sulle orme di Vittorio Bottego”. La grotta nelle parte esterna risultava ricca di centinaia di incisioni rupestri raffiguranti bovidi e figure geometriche. Nel 1995 venne coinvolta la società naturalistica speleologica maremmana che effettuò i rilievi e tutta la documentazione per portarla a conoscenza del mondo scientifico internazionale. Nel 2002 nel deposito sottostante le incisioni rupestri venne svolto uno scavo stratigrafico, regolarmente autorizzato dal Ministero etiope, che portò alla luce migliaia di strumenti litici principalmente in ossidiana e che venne datato con il Carbonio14 a circa 12mila anni orsono. Il sito è ora ben conosciuto dalle autorità locali che tentano di tutelarlo come meglio possono”.