GROSSETO – «Per sottostare alle regole europee sul Pnrr anche l’Italia ha dovuto bandire un concorso per i docenti nonostante che ci fosse stato nel 2022 un precedente concorso per il quale, soprattutto per la scuola primaria e dell’infanzia, esistono delle graduatorie a esaurimento e piene zeppe di persone che attendono di essere collocate e di essere assunte in ruolo» a parlare è Barbara Biagioli, docente «a tempo determinato nella scuola primaria, idonea del concorso ordinario 498/2020».
«Questo nuovo concorso Pnrr che è stato già bandito e inizierà per la scuola primaria e dell’infanzia l’11 di marzo avrà la precedenza sul contingente assunzionale rispetto a qualsiasi altro concorso precedente. Sarà il primo dei tre concorsi, quindi le persone che sono nelle graduatorie dei concorsi precedenti rischiano di rimanere al palo per i prossimi tre anni».
«Sembra che ci sia una bozza di decreto approvata dal Consiglio dei Ministri che stabilisce addirittura che i contingenti assunzionali possono essere anticipati e che quindi per gli idonei del concorso precedente non ci sia nemmeno la speranza di entrare in coda per i prossimi tre anni a coloro che faranno questo nuovo concorso. Si sta parlando di persone che hanno speso soldi per prepararsi, hanno impiegato del tempo, hanno sacrificato il tempo con le loro famiglie e hanno sostenuto le prove di un concorso ordinario senza nessuno sconto. Si sta parlando di persone che hanno la legittima aspirazione dopo aver superato le prove per poter entrare e avere una stabilizzazione» prosegue la nota.
«Sembra che il ministro Valditara abbia giustificato questa mossa dell’anticipo delle assunzioni anche per i prossimi anni col fatto che molti che sono nella nostra graduatoria stiano tentando di partecipare anche al concorso Pnrr. È una grossa falsità perchè la maggior parte delle persone fidandosi della legittimità della loro graduatoria e fidandosi dello Stato stavano aspettando di potere entrare insieme ai colleghi che faranno il concorso adesso .Vorremmo dello spazio proprio per manifestare questa nostra delusione soprattutto nei confronti dello Stato che chiede ai cittadini partecipazione e poi non dà loro quello che si sono meritati e conquistati sul campo».