GROSSETO – “Se non regolamentiamo con urgenza la diffusione incontrollata dei pannelli solari nelle nostre campagne, tra qualche anno mangeremo silicio!”. Ad affermarlo è Andrea Maule, referente provinciale della Lega Salvini Premier Grosseto per il settore agricolo.
“Tengo a precisare che la Lega non è contraria allo sviluppo di fonti di energia rinnovabile, vogliamo solo richiamare l’attenzione dei cittadini su alcuni aspetti che, evidentemente, non sono chiarissimi – prosegue Maule -. Come tutti sanno l’agricoltura italiana sta attraversando un momento di evidente crisi, non ci sono più margini e alcuni settori sono attanagliati da criticità ormai cronicizzate. In più abbiamo una burocrazia sempre più macchinosa e asfissiante per i piccoli coltivatori e purtroppo stiamo constatando un sempre maggiore abbandono delle campagne, con il risultato di un degrado complessivo del nostro territorio”.
“Come se non bastasse i prodotti locali subiscono la concorrenza di derrate provenienti dall’estero a prezzi bassissimi – afferma il referente della Lega -. La grande distribuzione impone le sue leggi, forte del suo monopolio. Prezzi di acquisto ‘ultrabassi’ e ricarichi importanti. Per questo molti agricoltori, sconfortati dai margini risibili dei loro guadagni e allettati da offerte assolutamente vantaggiose, vendono o affittano i loro terreni alle compagnie elettriche. La cosa che mi rattrista è che queste produzioni non contribuiscono ad abbassare le tariffe energetiche, bensì vanno ad incrementare i lauti guadagni delle compagnie a scapito dell’agricoltura. Poi, quando i pannelli saranno deteriorati e andranno smaltiti, vedremo cosa succederà”.
“Dobbiamo innanzi tutto favorire lo sviluppo del fotovoltaico sui tetti o in prossimità delle aziende agricole e sui capannoni, incentivando le comunità energetiche e non i lauti margini della speculazione – prosegue Maule, illustrando le strategie proposte dalla Lega per regolamentare il fenomeno -. Ci deve essere un risparmio tangibile per la collettività e non il divario vergognoso tra la tariffa praticata per attingere dalla rete e quella pagata a chi produce energia e la immette. Inoltre, come esistono le autorizzazioni paesaggistiche, riteniamo doveroso un perfezionamento delle norme che vanno a regolamentare la localizzazione dei pannelli, così che vengano limitati ad aree improduttive e in zone dove non si comprometta l’immagine rurale della nostra terra”.
“Inoltre dovremo avere ben chiaro cosa succederà tra una ventina di anni, quando i pannelli termineranno il loro ciclo e andranno smaltiti – afferma Maule -. Altrimenti tra tre o quattro anni mangeremo solo cibo importato, di qualità dubbia e di altrettanto dubbia salubrità. In compenso avremo energia “green”, va tanto di moda, e mangeremo prodotti sempre più scadenti”.