GROSSETO – «Non solo Pitigliano e San Donato, i mega progetti per realizzare in maremma campi solari e parchi eolici sono 58 distribuiti in una quindicina di comuni tra cui Manciano, Campagnatico, Cinigiano, Grosseto, Scansano e Capalbio» a dirlo Coldiretti.
«Non proprio zone di scarso valore agricolo, paesaggistico e turistico quelle individuate per installare migliaia di pannelli solari e decine di pale. Delle 58 richieste di connessione alla rete elettrica nazionale 41 sono per la produzione di energia rinnovabile dal sole e 17 per la produzione di energia dal vento. Una corsa senza freni verso la transizione energetica e gli obiettivi europei di decarbonizzazione senza prima aver dettato le regole a salvaguardia del suolo, nel caso del fotovoltaico, e del paesaggio nel caso dell’eolico» prosegue Coldiretti Grosseto che negli scorsi giorni si era schierata apertamente con l’amministrazione ed i cittadini contro il progetto del parco eolico a due passi da Pitigliano il cui impatto paesaggistico rischia di snaturare per sempre una risorsa importantissima per la maremma.
«Quasi un progetto su due di quelli che potrebbero essere realizzati in tutta la regione sono localizzati in maremma. Il caos legislativo e l’assenza di regolamenti e paletti hanno di fatto spalancato le porte della nostra campagna alle speculazioni. – denuncia il presidente provinciale, Simone Castelli – Per raggiungere l’indipendenza energetica diventiamo ancora più dipendenti dall’estero dal punto di vista degli approvvigionamenti alimentari. Si possono ottenere entrambi i risultati ma servono regole e paletti individuando le aree dove questi impianti possono essere realizzati. Per fortuna in molti comuni le amministrazioni hanno preso coscienza di quello che sta accadendo e si sono schierati a fianco dei contadini e dei cittadini. Noi saremo con loro».
«Ad inghiottire l’agricoltura toscana sono molto spesso i profitti assicurati dalle compagnie energetiche per l’affitto dei terreni o per l’acquisto che sfruttano la fragilità di un settore che non sempre riesce a garantire un adeguato livello di reddito e sostenibilità economica alle imprese. L’aumento dei costi di produzione, esplosi dopo la pandemia, ha inciso pesantemente e continua a farlo».
«Quello che sorprende è che, nonostante più volte avessimo manifestato preoccupazione di fronte a questa prospettiva, non sia stato fatto nulla a livello normativo per delimitare o regolamentare la corsa energetica. La transizione energetica va governata ed amministrata o diventa un far west. Non siamo assolutamente contrari alle fonti rinnovabili e lo dimostra il nostro sostegno ai bandi agrisolari per installare il fotovoltaico su stalle e fabbricati e verso altre soluzioni tecnologiche che non mangiano suolo ma siamo assolutamente contrari a tutti quei progetti che divorano la possibilità di coltivare e pascolare o che stravolgono il paesaggio che per una regione come la nostra è una risorsa preziosa al pari del cibo. E’ necessaria una mappatura delle aree dove queste infrastrutture sono possibili e dove non possono invece essere costruite. Altrimenti rischiamo, in pochi anni, di perdere migliaia di ettari di terreni agricoli fertili allontanandoci da un altro obiettivo, ancora più importante, che dovrebbe essere quello della sovranità alimentare. Chiediamo semplicemente di fare ordine».