GROSSETO – “In questi giorni sta maturando un dubbio: la sanità grossetana può realmente dirsi anche toscana? La sanità della nostra provincia è parificata a quella dell’intera area sud est comprendente le province di Arezzo, Grosseto e Siena? Per un cittadino grossetano i rischi connessi alla gestione della propria salute sono gli stessi dei residenti nelle altre province toscane e anche negli altri comuni della stessa provincia?” La risposta tende al negativo e gli interrogativi si moltiplicano”. Così il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna affronta il tema della sanità maremmana.
“Cosa posso rispondere – prosegue il sindaco – a chi mi chiede perché la centrale di emergenza del 118 è stata trasferita e accorpata a Siena, mentre Arezzo continua ad avere una sua indipendenza? E perché richiamando il principio dell’efficientamento delle risorse, le automediche grossetane sono state oggetto di una riprogettazione, sia pure sperimentale, depotenziando Grosseto a vantaggio dell’entroterra, mentre altre province sono intoccabili? E sempre in linea con un depauperamento dell’offerta sanitaria del Misericordia, perché gli ospedali della nostra provincia sembra abbiano difficoltà nel relazionarsi soprattutto nelle risorse professionali, apparentemente prigionieri di un radicamento territoriale che appartiene più alle memorie di una prima Repubblica che non a princìpi di efficienza e di efficacia della sanità pubblica?”.
“In questi giorni sta emergendo un ennesimo indizio su una sanità grossetana sempre più cugina, nemmeno figlia, di un dio minore – va avanti Vivarelli Colonna -. A partire dal prossimo mese di marzo, entrerà in vigore la nuova turnazione dei medici che li vedrà impegnati a sostenere una vigilanza fino a 80 pazienti dislocati su cinque piani del Misericordia. Sulle modalità di ripartizione delle turnazioni, la direzione sanitaria ha la competenza professionale e la responsabilità della decisione. C’è da chiedersi però se questo ulteriore sacrificio e soprattutto rischio imposto alla popolazione grossetana, in particolare i più fragili, sia parificato con quelle residenti nelle altre strutture sanitarie di Siena ed Arezzo”.
“Sembra più un razionamento di risorse che non una razionalizzazione delle stesse – critica il sindaco -. Gli interrogativi si amplificano poi a dismisura quando si pensa che la Regione Toscana continua a distribuire le proprie risorse destinate alla sanità basandosi sui residenti e non invece su quanti accedono agli ospedali. L’ospedale Misericordia di Grosseto in questo senso è chiamato a farsi carico di oltre un milione di presenze turistiche nel periodo estivo nel solo territorio comunale, cui si aggiunge l’emergenza dell’intera provincia per cui è ospedale di riferimento e unico di secondo livello, tenuto a gestire le problematiche più gravi”.
“Nel gemello aretino vige un’organizzazione tale che sussiste un rapporto migliore tra personale sanitario e pazienti, per garantire la migliore assistenza possibile. L’attuale riorganizzazione renderà ancora meno attrattiva la sanità grossetana, aggravando l’inarrestabile emorragia di sanitari già in atto da tempo – conclude Vivarelli Colonna -. Il sindaco di un capoluogo ha il dovere di porsi e riproporre questi interrogativi perché stiamo parlando della salute dei grossetani e proprio a proposito delle turnazioni notturne di prossima attuazione, c’è solo da augurarsi che non coincidano due emergenze nella stessa notte su piani differenti. In alternativa potrà forse essere più sicuro andare a farsi curare negli ospedali satellite?”.