GROSSETO – “Le statistiche sulle prescrizioni (anno scolastico 2024/25) agli istituti superiori della provincia di Grosseto mettono in evidenza che anche il nostro territorio non si discosta dal trend nazionale delle scelte fatte da studenti e famiglie al momento della conclusione del percorso della secondaria di primo grado”. A dirlo è Cristoforo Russo, segretario della Flc Cgil.
“Tendenza che mette in evidenza quanto queste scelte penalizzino gli istituti tecnici e professionali – prosegue -, nonostante costituiscano due segmenti della formazione scolastica che assicurano sbocchi lavorativi in tempi rapidi e con buone prospettive di realizzazione professionale. Oltretutto fornendo profili e competenze particolarmente richiesti dalle imprese”.
“La crisi dell’istruzione tecnica e professionale, d’altra parte, non è una novità – dichiara Russo -, ma la logica conseguenza di un approccio che l’ha penalizzata negli ultimi anni, con la riduzione degl’investimenti in termini di personale docente, laboratori e personale tecnico. Approcci che è stato accentuato dall’attuale governo con la recente riforma, che ha addirittura accorciato di un anno il percorso didattico. Proprio quando i fatti si incaricano di dimostrare che il vero problema è quello della scelta anticipata a 14 anni del percorso scolastico, che tanto impatterà sulla vita futura degli studenti”.
“Quanto ai licei, non possiamo che registrare il flop eclatante del liceo del ‘made in Italy’, con appena dieci preiscrizioni in tutta la provincia. Come per ogni altro istituto superiore che avesse ottenuto un risultato così basso di preferenze, pertanto, ci si aspetta che gli uffici si comportino di conseguenza non autorizzandone l’istituzione. Altrimenti sarebbe evidente che si tratta di una scelta di natura politica, non suffragata dal gradimento di famiglie e studenti. Cosa che avevamo facilmente previsto sarebbe successo”.
“Infine, ma certamente non meno rilevante – conclude Russo – il tema dell’impatto sulla secondaria di II grado della crisi demografica, giustamente rilevato dal dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale. La Flc Cgil ha più volte sollevato questo problema, elaborando anche le statistiche per mettere in evidenza quanto il nostro sistema scolastico sia tenuto in piedi dai figli dei migranti. Nonostante il loro apporto, nei prossimi anni si acuirà il calo degli studenti iscritti nelle nostre scuole. Questo avverrà in modo particolare nelle aree più interne, dove risiede meno popolazione rispetto a città e paesi della costa. Per questo sin da ora bisogna agire per contenere il problema e dare le migliori risposte, sia agli studenti e alle loro famiglie che ai lavoratori della scuola. Vanno quindi riconsiderati i termini del dimensionamento scolastico e bisogna agire sulla riduzione del numero massimo di studenti per classe, col doppio beneficio di migliorare l’impatto della didattica e salvaguardare il ruolo di insegnanti e personale Ata. Su questi temi la Flc Cgil è impegnata a dare continuità alla propria battaglia».