GROSSETO – Croce Rossa di Grosseto in festa per sorella Vaglio che nei prossimi giorni riceverà a Roma, direttamente dalle mani del ministro della Salute, la medaglia Florence Nightingale.
«Il prossimo venerdì 23 febbraio infatti, a partire dalle 10,30 nell’Auditorium Cosimo Piccinno, presso il Ministero della Salute a Roma, alla presenza del ministro della Salute Orazio Schillaci e del presidente nazionale della Croce rossa Rosario Valastro, alla nostra carissima sorella, infermiera volontaria dal 1959, sarà consegnato il più prestigioso riconoscimento per un infermiere che il Comitato Internazionale di Ginevra assegna ogni 2 anni» afferma la Cri.
«Un’onorificenza che celebra l’eccezionale coraggio e devozione verso le vittime di conflitti armati o calamità naturali e riconosce anche servizi esemplari o uno spirito creativo e pionieristico nei settori della sanità pubblica o dell’educazione infermieristica».
Immensa la gioia e l’orgoglio del nostro Comitato che sarà presente nella Capitale con una delegazione guidata dal presidente Hubert Corsi: «Felici e orgogliosi di questo riconoscimento, i volontari del Comitato di Grosseto si stringono attorno a Sorella Vaglio che ha vinto, lungo una vita interamente dedicata con grande umanità ai più vulnerabili, il campionato del mondo della solidarietà».
Per chi non la conoscesse, sorella Franca Caporali Vaglio, entrata nella nostra associazione nel 1959, ha lavorato, come Infermiera Volontaria della Croce Rossa, dieci anni in Africa e partecipato a numerose missioni internazionali in Romania, a Sarajevo, in Kosovo, in Albania e a Baghdad. Da anni si dedica all’insegnamento e nella sua vita ha organizzato più di 400 corsi, formando oltre 8.000 persone nei temi dell’educazione sanitaria e del primo soccorso.
Insieme a quattro medici della Croce Rossa, nel marzo del 1997, durante una missione a Valona, venne presa in ostaggio da terroristi albanesi e liberata dopo breve tempo dall’aeronautica militare italiana. Franca non si perse d’animo e non si fece condizionare da quella brutta esperienza tornando con umiltà e dedizione alle sue opere di bene.