GROSSETO – “La posizione netta del sindaco di Santa Fiora Balocchi sul Coeso, ma anche la mozione approvata all’unanimità nelle corse settimane dal Comune di Massa Marittima, confermano quanto la mia posizione che porto avanti da anni sul maxidistretto, e più volte espressa in pubblico e sulla stampa, si basasse su problematiche reali e concrete, tanto che da qualche tempo anche all’interno del Pd grossetano la posizione sta decisamente cambiando”. Così il consigliere della Lega Andrea Ulmi, vicepresidente della Commissione Sanità, sulla presa di posizione del Sindaco di Santa Fiora in merito al Coeso.
“La posizione di Balocchi – afferma Ulmi – è la stessa che io vado sostenendo da circa dieci anni, da quando ero consigliere comunale a Grosseto, del resto sempre con il supporto fattivo del sindaco e della coalizione tutto, e non è certo ideologica, ma punta sulla non omogeneità dei bisogni dei vari territori. Santa Fiora non può avere le stesse esigenze di Grosseto o di Monterotondo o di Castiglione della Pescaia. Quello del maxidistretto, che non ha funzionato neppure ad Arezzo tanto da tornare ai tre precedenti, è un tentativo che non è andato a buon fine e che ha evidenziato problematiche. Le stesse che, a mio giudizio, hanno palesato le maxi Asl che sono troppo lontane dai territori”.
Ulmi ritiene che i tempi per un’inversione di tendenza siano maturi. “Vista la posizione del sindaco Balocchi, ma anche, più o meno velata, di altri primi cittadini dell’Amiata – afferma il consigliere della Lega -, considerata anche quella portata avanti dall’associazione Fare a Massa Marittima che è scaturita in una mozione unanime del Consiglio comunale e che è diventata la posizione del sindaco Giuntini nelle audizioni della Terza Commissione in cui si sta discutendo di un ritorno al distretto socio-sanitario delle Colline Metallifere, ritengo che i tempi siano maturi per una discussione non ideologica, ma di buonsenso, sulle necessità future dei territori e su un ritorno a distretti di dimensione ridotta e più vicini alle esigenze dei cittadini”.
“Anche i vantaggi economici di oltre 500mila euro all’anno che l’accorpamento dei tre distretti aveva portato è cessato con il 2022, cosicché è venuto meno anche il matrimonio d’interesse – prosegue Ulmi -. Così come ritengo che si debba tornare a ragionare anche di Asl a dimensione provinciale che sappiano dare risposte ai territori, rispetto alle tre attuali che, come nel caso della Sud-Est, abbracciano un territorio troppo ampio che tende a penalizzare Grosseto che si sente sempre più ridotta a periferia tenuta lontano dal centro delle decisioni. Ed è mia intenzione portare avanti anche questa battaglia al più presto”.