GROSSETO – Anche la Filca Cisl di Grosseto, dopo la tragedia di Firenze, lancia la proposta sul territorio, seguendo quella della Filca Cisl nazionale, con i dieci punti da seguire per la sicurezza in edilizia. Una proposta, dunque, che vuole anche essere una riflessione per le aziende private e per gli enti pubblici, partendo proprio dall’estensione ai lavoratori privati di alcuni istituti validi per gli appalti pubblici.
“Dopo l’ennesima tragedia che ci ha lasciato impotenti – spiegano Fabio Carruale e Riccardo Musilli responsabili Filca Cisl Grosseto e Katiuscia Biliotti, segretaria generale Cisl Grosseto – dobbiamo riuscire a dare qualità e trasparenza al mondo delle costruzioni e, soprattutto, per proteggere i lavoratori. Le nostre proposte partono da un passo non più rinviabile: estendere le norme del Codice degli Appalti anche ai lavori privati con maggiore concentrazione di manodopera, per fornire quei principi di trasparenza e digitalizzazione che permettano una partecipazione attiva e responsabile a tutti i livelli di rappresentanza, incluso il singolo cittadino. Questi incidenti ci fanno capire che invece di indignarci dovremmo destinare più risorse per i lavoratori, dal personale sanitario agli ispettori deputati al controllo, oltre che fare formazione. Invece, purtroppo, nell’ultimo decennio le risorse sono state dimezzate e ancora oggi manca una vera e propria cultura del lavoro, che ha fatto perdere al tema dell’occupazione la sua centralità”.
Nel decalogo proposto dalla Filca Cisl ci sono anche interventi efficaci da inserire nell’ambito dei lavori privati: ad esempio lo scorporo dal ribasso d’asta dei costi della sicurezza e del lavoro; il mantenimento degli stessi standard contrattuali per tutta la catena d’appalto; la responsabilità in solido. Molto importante anche la formazione, che deve essere obbligatoria sia per gli operai che entrano in cantiere che per gli imprenditori che avviano un’attività edile, oltre a corsi di italiano per gli edili stranieri. I lavori più complessi, inoltre, devono essere affidati a imprese specialistiche, con esperienze almeno quinquennali e relativa certificazione. Necessarie anche una banca dati pubblica delle certificazioni e dei soggetti che certificano, un sistema premiale per le imprese certificate dal sistema bilaterale, visite preventive dei tecnici del Cpt e un limite al numero di incarichi ai coordinatori della sicurezza, con obbligo di presenza in cantiere almeno settimanale.
Tra le altre proposte anche l’introduzione della figura del Promotore della Sicurezza (un consulente per le attività ispettive), l’affidamento preferenziale alle reti di impresa e alle aggregazioni di impresa per incentivare la strutturalità aziendale, il cartello digitale di cantiere trasparente per tutti gli appalti.
“Una proposta – continuano Carruale, Musilli e Biliotti – che vogliamo promuovere anche con assemblee in tutti i luoghi di lavoro per avviare un confronto diretto. Dobbiamo mettere da parte le rivendicazioni politiche su chi ha fatto meglio o peggio per la prevenzione degli incidenti nel lavoro per non ridurre ogni tragedia ad un palco per le rivendicazioni post mortem. Vogliamo porre l’accento piuttosto sulla mancanza di coesione e collaborazione sull’attuazione e il completamento delle buone norme che già ci sono”.