ROCCASTRADA – «In merito alla cosiddetta “pietra di inciampo” autoprodotta da un’associazione roccastradina, come Isgrec e come Anpi sezione Roccastrada ci preme sottolineare che molti sono i punti critici che abbiamo evidenziato all’amministrazione e al sindaco di Roccastrada con cui è attivo da anni un lavoro condiviso sul tema della memoria storica».
Così Ilaria Cansella, direttrice Isgrec e Giulio Balocchi, presidente Anpi sezione Roccastrada in una nota.
«Innanzitutto, le Stolpersteine, o appunto Pietre di inciampo, sono un’opera d’arte diffusa su cui vige il diritto di proprietà intellettuale, perché la loro ideazione è merito dell’artista tedesco Gunter Demnig che con l’associazione che ha fondato provvede alla loro posa in tutta Europa, a volte direttamente a volte tramite associazioni promotrici locali che sono presenti anche sul nostro territorio. Ogni pietra collocata da Gunter Demnig viene segnalata sulle mappe online, entra a far parte di una rete di memoria, e deve mantenere la sua unicità e coerenza con le altre. E questo è il secondo punto problematico dell’iniziativa promossa a Roccastrada, perché nel progetto originale una sola Pietra di inciampo viene posta per ogni deportato davanti alla sua ultima residenza, così da evidenziare il luogo da cui la sua vita fu brutalmente strappata».
«Nel caso di Gigliola Finzi, nata durante l’internamento della famiglia nel campo di concentramento di Roccatederighi, una pietra di inciampo è già stata posta davanti all’abitazione della famiglia a Livorno, dove simbolicamente Gigliola si riunisce ai suoi genitori (anch’essi deportati e ricordati da pietre di inciampo) e alla sua comunità, quella ebraica di Livorno (che ha potuto partecipare alla posa della pietra nel 2021 e che invece non è stata minimamente coinvolta nel caso locale). Infine, ma non di minore importanza, l’oggetto in questione reca la dicitura Gigliola Finzi, nata a Roccastrada il 19.2.1944, morta ad Auschwitz, mentre nelle pietre di inciampo la dicitura è “uccisa” e questo dettaglio semantico è legato al messaggio profondo che le pietre lanciano contro lo sterminio perpetrato dal nazifascismo. Un messaggio che è stato modificato unilateralmente da chi ha commissionato la piccola incisione a un fabbro locale e ha organizzato l’iniziativa in maniera autoreferenziale, pur coinvolgendo studenti e studentesse».
«Le iniziative sul tema memoria, specialmente se con finalità didattiche, sono un qualcosa su cui come Isgrec e come Anpi sezione Roccastrada ci sentiamo di richiamare tutti alla massima serietà, perché la memoria è più forte quanto più rispetta la sua specificità e soprattutto non deve essere piegata alla volontà di spettacolarizzazione e a interessi particolari. Negli anni il Comune di Roccastrada ha dimostrato di accogliere favorevolmente questa impostazione rigorosa, a riprova le molte iniziative didattiche e non attuate in collaborazione con Isgrec e con Anpi, le occasioni di riflessione pubblica insieme alla comunità ebraica livornese, e anche recentemente le scelte fatte proprio in questo ambito: la volontà di trovare ad Anpi uno spazio per la creazione di una “Stanza della memoria” in cui esporre fra l’altro la mostra dell’Isgrec dedicata al campo di concentramento di Roccatederighi e la richiesta, già inoltrata nel 2023 a Gunter Demnig, per una Stolperschwelle, ovvero una Soglia di inciampo, da collocare all’ingresso o in prossimità del campo stesso di Roccatederighi. Su questa strada vogliamo continuare, promuovendo storia e memoria in maniera rigorosa, grazie alla collaborazione positiva con il Comune di Roccastrada».